Una sintesi storica sulle Camere del Rito

LOGGIA DI PERFEZIONAMENTO 

DEI CAVALIERI ELETTI DEI IX 


L’Obbedienza di Piazza del Gesù si consolidò gradualmente nell’Ordine e nel Rito con l’unione delle due cariche di:  

Gran Maestro e Gran Commendatore


Nel 1961 Tito Ceccherini, allora Gran Maestro e Luogotenente Sovrano Gran Commendatore, si dimise dalla carica e confermò le dimissioni in forma ufficiale nella Giunta Esecutiva dell’Ordine e nel Sacro Collegio del Rito del 14 gennaio 1962, ponendosi “in sonno”. 

La  Giunta esecutiva dell’Ordine ne prese atto e affidò a Giovanni Ghinazzi (che allora era il più recente dei Grandi Maestri) la Reggenza della Gran Maestranza, e le funzioni di Luogotenente Sovrano Gran Commendatore, fino alla Grande Assemblea della Gran Loggia, fissata per il 24 giugno 1962, per l’elezione del Gran Maestro. 


* 4-2-1962 Giunte Esecutive tanto dell'Ordine che del Rito. 


Si discute su Crediti e Debiti, Presiede il Sovrano Riccardo Granata presenti tra gli altri, oltre a Riccardo Granata: Giovanni Ghinazzi, Angelo Angelone, Alessandro Lagi, Vi* Mi*, Francesco Franzese; assenti tra gli altri Gino Domeneghini (delega Ghinazzi), Bru* Mo*. (delega Lagi)|. 

Si approva il verbale 14-1-1962 con postille a verbale dei FFr. Milone e Franzese. Ad inizio riunione il Fr. Franzese eccepisce il suo diritto alla carica di Luogotenente, anche se si pone in disparte al servizio della Comunione, accettando quanto verrà deliberato dalla maggioranza dei partecipanti.  


Il Sovrano Granata, premesso che ha assunto la guida della Famiglia dal 14-1-1962 (ossia, da meno di un mese...), auspica che si possa trovare una soluzione alle differenti vedute organizzative, con l'aiuto responsabile di tutti “... con spirito di fratellanza e comprensione...”. 

Nonostante i tentativi del Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese, Riccardo Granata, il dissenso in seno al gruppo dirigente della Gran Loggia d'Italia porta alla crisi della maestranza di Ceccherini, costretto alle dimissioni ed ufficializzate in pari data. 


Nella riunione del Supremo Consiglio, il Sovrano Gran Commendatore Granata non soltanto sconfessò l'operato di Ceccherini, ma riconobbe in Giovanni Ghinazzi l'unico e legittimo Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia degli ALAM. 


A seguito del responso del Supremo Consiglio, Tito Ceccherini fondò, assieme ad un ristretto gruppo di fedelissimi, una nuova Serenissima Gran Loggia Italiana, con a capo del Rito Scozzese, il principe Giovanni Alliata Di Montereale. 


Nel mese di giugno del 1962 la Gran Loggia d'Italia, guidata da Giovanni Ghinazzi, si trasferisce nella sua sede attuale, presso Palazzo Vitelleschi, nel cuore di Roma. 

(Va  aggiunto  per  la  cronaca che, nel  maggio del 1962, il Ceccherini effettuò un “colpo di mano” occupando la sede dell’Obbedienza, che allora era in un appartamento a lui intestato, e autoproclamandosi Gran Maestro, creando così una scissione all’interno della Massoneria di Piazza del Gesù.) 

Nella Grande Assemblea del 24 giugno 1962 Giovanni Ghinazzi veniva eletto, con due soli voti contrari, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia e il Supremo Consiglio del Rito, a seguito delle dimissioni, per ragioni di salute del Ven.mo e Pot.mo Fr Riccardo Granata dalla carica di Sovrano Gran Commendatore, eleggeva all’unanimità il Ghinazzi anche alla carica di Sovrano Gran Commendatore. 

Nel 1964 Muore, ormai lontano e assolutamente esterno ed estraneo alla "Comunione di Piazza del Gesù", in quanto a suo tempo invitato a dimettersi, Riccardo Granata

Per ricordarne la breve ma intensa gestione, una Camera del IX grado si fregia del suo nome.

Con Giovanni Ghinazzi l’Obbedienza visse un periodo particolarmente felice e fruttuoso. Sotto la sua guida la Massoneria Italiana - Discendenza di Piazza del Gesù - ritrovò la via che già i nostri Avi avevano percorso gloriosamente.  

Egli, con ortodossa  linearità, senza tralignamenti di sorta, in pochi anni portò l’Obbedienza a livelli appena pochi anni prima impensabili. Le Sue armi più affilate sono state il coraggio, la saggezza, l’amore e la fede nei valori eterni dell’uomo. 

Nella storica  Grande Assemblea della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, tenutasi a Roma il 31 marzo 1968, alla presenza di oltre mille Fratelli, convenuti con i Labari e le Insegne in rappresentanza di ogni Oriente d’Italia, e di numerose delegazioni di Obbedienze Estere, pronunciò un’allocuzione di grande rilievo che può considerarsi la Sintesi programmatica della sua azione. 

Nella stessa prolusione sottolineava l’appartenenza dell’Obbedienza alle due Organizzazioni Massoniche Internazionali di CATENA e  del CLIPSAS (la prima riunisce le Famiglie che riconoscono la presenza femminile in Massoneria con  pari dignità, la seconda  riunisce le Obbedienze «che interpretino la Massoneria nel senso più liberale»).

Nel 1971, alcuni maestri venerabili sollevarono il problema dell'elezione del Sovrano Gran Commendatore del Rito a Gran Maestro dell'Ordine. 

Ghinazzi istituì una commissione di studi approvata il 1º dicembre 1984 dall'assemblea della Gran Loggia che portò definitivamente all'unificazione delle cariche di Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese e di Gran Maestro della Gran Loggia. A seguito di questa unificazione fu uniformato anche il sistema dei gradi, che divenne un unicum armonico dal 1º al 33º grado. 


Il 14 novembre 1986, Giovanni Ghinazzi muore, lasciando dietro di sé una Gran Loggia rinnovata e rinvigorita nel numero di aderenti e nel peso e riconoscimento internazionale con importanti rapporti di amicizia.  


                      NN.SS.NN. a N.S.N

      Fr. Giancarlo Bertollini 


Bibliografia: 

Ricerche sul Web-Wikipedia

Storia della Massoneria Aldo A.Mola - GLDI 

www.studiostampa.com

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