La Simbologia del Tempio.
Il Gabinetto di Riflessione:
Pur essendone fisicamente lontana, è uno dei locali costituenti il Tempio, ma soprattutto la Loggia massonica. É una cameretta oscura in cui vengono isolati i profani prima della cerimonia di Iniziazione. Oswald Wirth sostiene essere questo «il primo insegnamento massonico: per imparare a pensare occorre esercitarsi nell'isolamento. Vi si perviene rientrando in sé stessi, guardando dentro senza distrarsi con quanto avviene fuori».
É dotata di pareti nere, su cui sono raffigurati in bianco vari simboli di natura prevalentemente alchemica. Spicca la parola V.I.T.R.I.O.L., «Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem», ovvero "visita l'interno della terra e seguendo la retta via (attraverso le purificazioni) scoprirai la pietra segreta dei Saggi". É la ricerca della Pietra Filosofale, ovvero la pietra cubica massonica, in parole semplici anzi in una parola "SCAVATI".
Il Gabinetto di Riflessione rappresenta la prima prova, quella dell'elemento Terra. Zolfo (energia espansiva o centrifuga, che parte dal centro d'ogni essere - Colonna «J»), Mercurio (energia centripeta, che penetra ogni cosa con l'influenza esteriore - Colonna «B») e Sale (equilibratore delle due energie citate mediante il principio della cristallizzazione, parte solida dell'essere) sono posti davanti al profano. Lo Zolfo, principio d'iniziativa e d'azione personale, deve agire sul Sale, ovvero su quanto, sul piano intellettuale, morale e fisico, costituisce l'essenza della personalità.
Un Pane ed una Brocca d'Acqua vi richiamano il concetto dell'Essenzialità, atta a soddisfare i bisogni della vita materiale: il Saggio si accontenta sempre del necessario, mai ricerca il superfluo.
Un Teschio Umano rammenta la proverbiale «caducità delle cose terrene», ovvero il benedettino «memento mori».
Una Clessidra, raffigurazione di Saturno e quindi simbolo del tempo, è invito alla Pazienza ed alla Tolleranza, ovvero guida il pensiero ad indugiarsi sulla dimensione che, scorrendo, dissolve ogni forma transitoria. É una raffigurazione simbolica dell'assopimento, dell'inazione, del lento morire, in contrasto con il Gallo, simbolo dell'Iniziazione, che allude al risveglio delle forze, all'azione, al Fuoco segreto alchemico, annunciando la fine della notte ed il trionfo della Luce sulle Tenebre. In Massoneria il Gallo è il simbolo di Mercurio, o Ermete.
Il Gallo, simbolo solare in quanto del sole è l'annunciatore, è anche simbolo del rituale di iniziazione. É tenuto in gran conto nell'islamismo. «Maometto avrebbe affermato che tra le creature vi è un Gallo, la cui cresta è posta sotto il trono di Allah, gli artigli sulla terra e le ali nell'aria. Quando i due terzi della notte sono trascorsi e non ne rimane che un terzo, sbattute le ali, egli dice: "Lodate il sovrano eccelso e santo che non ha eguali"». (Dal libro di T. Fahd La nascita del mondo secondo l'Islam, Parigi, 1959).
Uniti, i due simboli raffigurano il ciclo perenne ed immutabile della vita.
Una semplice candela accesa illumina appena il locale, permettendo al profano di leggere le iscrizioni impresse sulle pareti:
· Se la curiosità ti ha condotto qui, vattene ! -
· Se sei capace di simulazioni trema, poiché qui sarai scoperto.
· Se sostieni le distinzioni umane esci, perché qui non se ne conoscono.
· Se la tua anima ha provato spavento, non andare oltre.
· Se perseveri sarai purificato dagli Elementi, uscirai dall'abisso delle tenebre e vedrai la Luce !
In quella tenue luce il profano si troverà di fronte un Testamento, che dovrà compilare dopo aver riflettuto sul significato dei simboli che lo attorniano, rispondendo con semplicità e naturalezza estrema alle tre domande che gli sono poste.
Quali ritiene che siano i suoi doveri verso Dio, verso sé stesso e verso i suoi simili?
Il Gallo
In Massoneria è il simbolo di Mercurio, o Hermes, od Ermete, e rappresenta emblematicamente il Mercurio dei Saggi della tradizione alchemica. L'iniziando ne osserva l'immagine nel Gabinetto di Riflessione, unitamente a svariati altri simboli.
Il Gallo, simbolo solare in quanto è l'annunciatore del sole che sorge, allude al risveglio delle forze ed incita all'azione, ed è anche simbolo della rinascita, e quindi del rituale di iniziazione. Se esaminato insieme alla Clessidra, simbolo dell'assopimento, del lento morire e dell'inerzia, raffigura il ciclo perenne ed immutabile della vita. È anche simbolo della dea Minerva, unitamente alla civetta ed al serpente.
Il Battente
Denominato anche batacchio, battiporta o picchiotto, è un elemento di norma metallico fissato all'esterno di porte o portali per consentire la segnalazione all'interno di un ambiente la presenza di una persona che vorrebbe gli fosse consentito l'accesso.
Nel Tempio Massonico il battente viene fissato sia nella parte esterna che in quella interna della porta di accesso.
Spesso costruito artisticamente, viene ritualmente utilizzato per confermare la copertura della Loggia prima dell'apertura formale dei Lavori; quello interno viene azionato dal Copritore Interno, quello esterno dal Tegolatore, battendo i colpi corrispondenti al Grado in cui sono programmati gli architettonici Lavori.
Le Colonne
Le due Colonne poste all'ingresso del Tempio massonico sono rappresentazioni emblematiche dei principi della Forza e della Bellezza, e sono il simbolo della vita. Quella posta a sinistra entrando è di stile dorico (o raramente gotico), sostiene un globo terracqueo (ricorda la serietà e l'importanza dell'impegno assunto da ogni adepto) e porta incisa la lettera «B», iniziale di Boaz, nome (secondo la tradizione biblica) del proavo di Davide, principe e legislatore di Israele.
Simbolicamente essa rappresenta il principio attivo, l'elemento maschile e la Forza, attributo del 2° Sorvegliante: è di fronte a lui che si dispongono gli Apprendisti Liberi Muratori.
La colonna opposta è in stile ionico (o corinzio), sorregge tre o quattro melagrane semiaperte e porta impressa la lettera «J», iniziale di Jachin (in inglese Jakin), che nella tradizione biblica è il nome del gran sacerdote che officiò l'inaugurazione del tempio di Salomone.
Occorre rilevare che nelle tradizioni muratorie nordiche, la funzione delle due Colonne è invertita rispetto a quella latina sopradescritta.
Simbolicamente rappresenta il principio passivo, l'elemento femminile e la Bellezza, attributo del 1° Sorvegliante. È la colonna dei Compagni d'Arte. Le melagrane sono oggetto di varie interpretazioni simboliche: ricordano la carità che racchiude tante virtù, l'umiltà, la fecondità, la procreazione e la proliferazione. Inoltre sono semiaperte, per cui se ne può scrutare l'interno, ricordando così l'introspezione (Gnose te ipsum) richiesta al Massone, nonché il compito affidatogli di ricerca della Verità attraverso l'esoterismo. Può rappresentare l'Obbedienza con all'interno tutte le Logge o una Loggia con all'interno tutte le Sorelle e i Fratelli.
Viste congiuntamente, le Colonne rappresentano l'equilibrio del dualismo nei termini opposti: Forza e Stabilità, Morte e Vita, Distruzione e Creazione, Tenebre e Luce, Vizio e Virtù. Tutto procede in un armonico bilanciamento di coppie, e l'evoluzione procede grazie alle energie che operano in combinazione ed in contrasto, che solo apparentemente sono tra loro in opposizione.
Opportuno infine ricordare che i nomi Boaz e Jachin contraddistinguono anche le colonne poste all'ingresso del tempio di Re Salomone, come citato in I Re: 7, 21 nonché in. II Cronache: 3, 17.
Boaz
Secondo l'Antico Testamento sarebbe il nome del decimo figlio di Caino, che avrebbe ucciso il padre per errore. É soprattutto il nome assegnato ad una delle due colonne poste circa 3.500 anni fa in Gerusalemme, all'ingresso del Tempio Di Salomone.
La Libera Muratoria ha adottato la costruzione del Tempio di Salomone come simbolo operativo, che ne definisce le finalità, ed a cui fa riferimento anche ritualmente, sia a livello di Loggia che in quasi tutti i Corpi Rituali. Il fine ultimo della Massoneria resta comunque la costruzione del Tempio dell'Umanità.
I Massoni tendono a lavorare la propria pietra grezza fin dall'apprendistato, per trasformarla gradualmente in pietra cubica. É alla colonna Boaz che gli Apprendisti ricevono il proprio simbolico salario. Il novello iniziato deve spogliarsi di ogni scoria profana residua, attraverso il lavoro assiduo che deve compiere su se stesso, avendo assimilato quanto ha appreso in Loggia lavorando fianco a fianco con i Fratelli.
Adottati i principi massonici, li applica anche nella sua vita profana, al di fuori del Tempio, con estrema coerenza. É così che l'uomo libero e di buoni costumi, che è stato iniziato virtualmente diventando Apprendista, diventa poi Compagno d'Arte, per infine avviarsi verso la Maestria. Boaz è considerata una parola sacra, che simboleggia l'oro, il fuoco, il sole, la vita, la potenza e la forza, ed è il nome distintivo della colonna dorica dei fratelli Apprendisti della Loggia.
Secondo quanto anticipato dissertando sulle Colonne, le obbedienze nordiche assegnano ai Compagni d'Arte la Colonna B, come anche la relativa Parola Sacra. Perciò la Colonna B vi viene considerata la seconda Colonna del Tempio massonico.
Jachin
Nome della seconda Colonna posta all'ingresso del Tempio Di Salomone, in Gerusalemme. La Libera Muratoria ha adottato come simbolo operativo, che ne definisce la finalità, la costruzione del Tempio di Salomone, cui fa riferimento anche ritualmente, sia a livello Loggia che in tutti i Corpi Rituali.
L'uomo libero e di buoni costumi che è stato iniziato virtualmente diventando Apprendista, diventa in seguito Compagno d'Arte, acquisendo il diritto ad esprimere le proprie opinioni. Allorché i suoi fratelli di Loggia constatano l'avvenuto completamento della sua opera, lo iniziano infine al grado di Maestro, che dovrebbe corrispondere all'Iniziazione reale. L'uomo è diventato Uomo. La sua maturazione è sufficiente per consentirgli di far parte della costruzione, con le altre pietre cubiche, ovvero con i suoi fratelli.
La Massoneria non rappresenta altro che la malta cementante quelle pietre, rendendo così saldo e compatto il Tempio dell'Umanità. Jachin è il nome della colonna dorica dei Compagni d'Arte della Loggia.
Come s'è visto sia nelle Colonne che nella trattazione della Colonna precedente (B), la tradizione delle obbedienze nordiche contempla l'inversione delle Colonne stesse, per cui la "J" diventa Colonna e Parola Sacra degli Apprendisti Liberi Muratori.
Il Pavimento
Al limite Nadir del Tempio massonico si trova il Pavimento a mosaico, a scacchi bianchi e neri, che evidenzia il concetto duale del mondo manifesto, raffigurando l'insieme di quanto è sotto il dominio dei sensi. I suoi riquadri sono multipli di 64, ovvero quattro al cubo, come nella classica scacchiera, il cui totale (6+4=10) equivale ad 1: l'uomo quaternario nella sua triplice natura, simile all'Essere Supremo, l'Unità alchemica.
Le scacchiere sono tre, e formano pertanto un rettangolo o quadrilungo: quindi 1 x 3 = 3, ancora il numero sacro ai Massoni. l'uomo quaternario nella sua triplice natura.
É emblema della vita terrestre dell'uomo, con le sue alterne vicende di gioie ed afflizioni, frammista di bene e di male, di speranze e di delusioni. Inoltre esso rappresenta la rigorosa esattezza con cui tutto si compensa, nel dominio delle sensazioni fatalmente soggette alla legge dei contrasti, e raffigura l'armonia dei contrari.
Vi si possono scorgere le varie forme assunte dal cammino umano nel mondo fisico: il profano si muove come il pedone degli scacchi, passando alternativamente dal bianco al neo; il mistico come l'alfiere solo sui riquadri bianche, ed il materialista su quelli neri; l'iniziato (durante la marcia o squadratura del Tempio) sui margini dei riquadri, al di fuori di ciascuno di essi. Quindi i riquadri significano fisicamente tenebre e luce, moralmente vizio e virtù, intellettualmente errore e verità: essi rappresentano le basi su cui si eleva la simbologia massonica.
I Gradini
In Massoneria i gradini assumono significanze simboliche di primaria importanza.
Il gradino singolo è quello che distingue il piano del pavimento del Tempio dal livello in cui si sistemano i Fratelli che partecipano al Lavoro rituale.
Il pavimento è situato a livello profano, mentre i Fratelli si collocano ad un livello superiore, conseguito attraverso l'iniziazione muratoria. Tale collocazione rispetto al resto dell'umanità sembrerebbe un atto di presunzione. Simbolicamente è invece consapevolezza della responsabilità affidata ad ogni Massone di rappresentare un esempio per la profanità, grazie ad un'etica comportamentale acquisita con la comprensione dei principi, delle regole e delle limitazioni imposte ai suoi adepti dalla Libera Muratoria speculativa universale.
Invece tre sono i Gradini, così come gli anni dell'età muratoria, attribuiti all'Apprendista e che lo identificano. Cinque sono quelli caratterizzanti il Compagno d'Arte, come pure tanti sono i suoi anni d'età iniziatica. Sette sono infine i Gradini della scala guadagnata dal Maestro Massone. Nel corso dei Lavori rituali condotti nei tre diversi gradi simbolici dell'Ordine, i numeri tre, cinque e sette vengono rispettivamente citati allorché viene menzionata l'età iniziatica ed il numero di mattoni raccolti attraverso il Tronco della Vedova.
L'Ara
É sinonimo latino di altare. Fin dai tempi più antichi rappresenta l'elemento centrale dei luoghi di culto. É costruita in varie dimensioni, forme e con diversi materiali, sempre riconducibili alla funzione svolta presso tutte le religioni, quella di mensa divina.
Le forme più antiche di Ara rinvenute sono rappresentate da tavole di pietra quadrate o rettangolari, sulle quali sono talvolta scolpite od incise le vivande offerte agli dei, od ancora più semplicemente si tratta di piani tagliati nella roccia, talvolta provvisti di gradini d'accesso. É la tipologia classica delle Are primitive, mentre presso gli Egiziani era più frequente la tavola scolpita. La tavola era a sua volta sorretta da un unico supporto centrale o da quattro gambe poste agli angoli, ma il basamento più frequente era il parallelepipedo, anch'esso di pietra e spesso finemente lavorato e decorato.
Presso gli Ebrei all'Ara classica, detta mizbeah (ciò su cui si immola), vennero aggiunti nuovi elementi: dapprima quattro robusti rami fissati agli angoli, impiegati per trattenere le vittime animali sacrificali, in seguito sostituiti da quattro corna, usate per lo stesso scopo e per facilitarne il trasporto. In seguito tali corna venivano ritualmente unte con il sangue delle vittime, ed il loro contatto conferiva l'immunità di asilo ai rei (Levitico 4, 25-34).
Anticamente l'Ara veniva eretta su alture, ed era anche impiegata per offrire roghi di sacrificio o fumate propiziatorie (di norma d'incenso) alle divinità. Talvolta veniva usata per stipulare patti solenni con Dio, come quella costruita da Noè sull'Ararat (Genesi 8, 20), da Abramo a Sichem, Bethel, Mambre e sul Moria (Genesi 12, 7-8; 13, 18; 22, 9); da Isacco a Bersabea (Genesi 26, 25).
Quando Mosè stipulò il patto d'alleanza con Jahveh, ai piedi del Sinai costruì un'Ara con 12 stele (masseboth) per le 12 tribù di Israele (Esodo 24, 4). In seguito ne vennero aumentate le dimensioni, fino ad assumere proporzioni monumentali, come l'Ara di Zeus ed Atena a Pergamo, ed ancor più l'A. Pacis Augustae a Roma.
Nel Tempio massonico l'Ara viene impiegata per formalizzare solennemente il patto di associazione tra l'adepto e l'Istituzione. Questa serve sempre da supporto alle tre Luci Maggiori della Loggia (Libro Sacro o della Legge, Squadra e Compasso) e, talvolta anche alla Menorah. Qualche studioso ne ha definito la forma strutturale a capitello corinzio, il più elaborato ed appariscente tra gli stili architettonici, complemento della colonnina mozza posta sul tronetto del Maestro Venerabile, mentre quelle dorica e ionica ornano rispettivamente le postazioni dei due Sorveglianti della Loggia.
La Tavola da Disegno
In Massoneria identifica uno strumento operativo trasformato in speculativo dalla moderna Istituzione. Infatti i massoni medioevali usavano la Tavola da Disegno per dettagliare i piani di costruzione, preparati dai Maestri architetti ed esposti nel corso dei lavori, per la consultazione da parte degli operai e dei supervisori.
Oggi la Tavola da Disegno è costituita da una lavagna o da un rettangolo di carta, della dimensione di circa mezzo metro quadro, sul quale il Maestro delle Cerimonie, o lo stesso Maestro Venerabile, traccia il piano di Lavoro programmato per la Tornata.
Talvolta vi vengono tracciati strumenti e simboli inerenti il grado in cui i Lavori sono svolti; in questo caso viene denominata «Quadro di Loggia».
Insieme con la Pietra grezza e la Pietra cubica è considerata uno dei gioielli immobili della Loggia.
Il Quadro di Loggia
Supporto massonico ai Lavori rituali, alternativo alla Tavola da disegno, e costituito da disegni di norma prestampati su cartone o legno, raffiguranti i simboli del Grado in cui si opera. Esso, prima dell'apertura dei Lavori rituali, viene sistemato al centro del pavimento a scacchi dal Maestro delle Cerimonie (Rituale Simbolico) od appoggiato alla facciata occidentale dell'Ara dal 2° Diacono (Rituale Emulation).
Al termine dei Lavori rituali la Tavola da disegno viene cancellata dal Maestro delle Cerimonie, mentre il Quadro di Loggia è riposto nuovamente a fianco dell'Ara massonica.
In grado di Apprendista il Quadro di Loggia si presenta in diverse versioni: con due Colonne, tre Gradini, il Pavimento, tre finestre, una Pietra Grezza, una Cubica, il Sole, la Luna, la Squadra, il Compasso, il Maglietto e lo Scalpello; oppure come nella più complessa ed artistica figura .
Lo stesso vale per il grado di Compagno d'Arte, in cui il Quadro di Loggia è simile a quello dell'Apprendista, ma con cinque Gradini e con l'aggiunta della Stella Fiammeggiante e della Livella al posto della Pietra grezza. Una seconda versione è rappresentata dalla figura a fianco.
Il Quadro di Loggia in grado di Maestro evidenzia una Bara sulla quale è posata una croce, delle lacrime d'argento, un Teschio con due tibie incrociate, un Triangolo con la lettera G, la Squadra, il Compasso ed un ramoscello d'Acacia.
Molto sinteticamente, il Quadro di Loggia rappresenta l'elaborazione del programma di Lavoro della Tornata della Loggia.
I Candelabri
Il Tempio massonico è decorato da tre Candelabri a stelo lungo, che vengono accesi nel corso della cerimonia rituale dell'apertura dei Lavori.
Nel rituale moderno o simbolico sono collocati al centro del Pavimento a scacchi, a formare un triangolo isoscele rettangolo, con il vertice verso l'Oriente, al cui centro è posta la Tavola da disegno.
Nel primo caso (Simbolico) sono accesi dai Dignitari, che vi trasferiscono simbolicamente l'energia dei tre Pilastri, Forza, Bellezza e Sapienza-Saggezza.
Nel secondo caso rituale (Emulation) sono accesi dal Primo e dal Secondo Diacono, con l'identico trasferimento energetico, indispensabile per la consacrazione del Tempio.
Infine, oltre ai Pilastri, gli scranni dei tre Dignitari sono adornati da altri Candelabri: a tre luci per il Maestro Venerabile, a due luci per il Primo Sorvegliante e ad una per il Secondo Sorvegliante. Questi ultimi vengono accesi dagli stessi Dignitari al termine della cerimonia rituale di apertura dei Lavori.
Il Candelabro a tre braccia (Maestro Venerabile) rappresenta il principio trino, la triplice essenza divina e le tre Luci che sostengono la Loggia; quello a due (Primo Sorvegliante) ricorda il principio binario e gli opposti; quello ad una sola Luce (Secondo Sorvegliante) l'Unità.
Il Testimone
Termine che nel Tempio massonico identifica l'unica Luce (di candela) accesa prima dell'apertura dei Lavori architettonici. È compito del Maestro delle Cerimonie accendere il Testimone prima di guidare i Fratelli nel Tempio. La sua fiamma servirà poi per l'accensione delle tre Luci minori del Tempio, attraverso l'impiego di un attizzatoio a stoppino, di norma a stelo lungo.
Simbolicamente, essendo prerogativa del Maestro delle Cerimonie lo spegnimento del Testimone dopo la chiusura dei Lavori, allorché tutti i Fratelli sono usciti dal Tempio, egli porta in sé la sacralità della Tradizione Muratoria, sacralità che ritorna nel Tempio stesso alla successiva apertura dei Lavori.
La Menorah
Nome ebraico del candelabro sacro collocato da Mosé nel Tabernacolo, accanto all'Arca della Santa Alleanza. É costituito da sette braccia, con ventidue ingrossamenti (mandorle, boccioli, fiori), tre per ogni braccio più uno sullo stelo principale. Al culmine di ciascun braccio è posta una fiamma. Alcuni associano ad ogni ingrossamento una lettera dell'alfabeto ebraico e, conseguentemente, della sua trasposizione numerica, considerandolo quindi parte della simbologia cabalistica.
É ornamento del Tempio massonico, collocato accanto al Libro della Legge Sacra. L'accensione della M. avviene mediante un testimone, iniziando dalla triade dell'Emanazione, per passare poi a quella della Creazione ed a quella della Formazione: ultima quella centrale (Yod), lo spirito Creatore. Se le fiamme fossero numerate da 1 a 7, per chi le osserva rivolto verso l'Oriente, esse andrebbero accese secondo la sequenza:
7-5-3-1-2-4-6 e spente (iniziando dal 7) 7-5-3-1-2-4-6
Qualcuno, ad ogni fiamma attivata pronuncia in chiaro le sette parole che compongono la scritta posta all'Oriente, ovvero A.G.D.G.A.D.U.
Alcuni studiosi di simbologia esoterica considerano la Menorah simbolo della Luce dello Spirito e della Salvezza. Altri invece associano la Menorah alle sette Arti Liberali, la cui conoscenza è indispensabile per il Lavoro di ogni Iniziato, ovvero Grammatica, Retorica, Logica, Aritmetica, Geometria, Astronomia e Musica.
Infine le sette braccia della Menorah vengono anche simbolicamente associati ai sette gradini magistrali ed a quelli della scala dei filosofi o di Giacobbe.
La Menorah dovrebbe essere accesa esclusivamente per i Lavori rituali in terzo Grado del Maestro Massone, ovvero nella Camera di Mezzo, normalmente dall'ex Maestro Venerabile.
Il Trinomio
Rappresenta la sintesi dei più importanti princìpi propugnati dalla Libera Muratoria ed ostentati all'ara del Tempio, ovvero la Libertà, l'Uguaglianza e la Fraternità, unitamente a quello forse più ribadito per la sua essenzialità: la Tolleranza. Essi sono:
1) La Libertà: è potere di decisione autonoma, di azione secondo la propria volontà, incondizionata da vincoli, obblighi, impegni o limitazioni dispotiche, norme o sistemi tirannici. É quindi condizione di chi è libero nei movimenti, non essendo né schiavo né prigioniero, neppure in senso figurato. É potere d'azione nell'ambito d'una società organizzata, secondo la propria convinzione e volontà, naturalmente agendo entro i limiti definiti dalle leggi od i princìpi comunque riconosciuti validi dalla società stessa in cui si opera.
2) L'Uguaglianza, intesa come Equità: è il principio per cui tutti gli uomini sono considerati simili, di pari dignità, valore ed importanza, senza distinzioni o privilegi, specie davanti alle leggi dello stato. É il principio per cui a tutti gli uomini dev'essere assicurata la libertà dal bisogno, ponendoli così in una condizione di parità reale e non solo formale.
3) La Fraternità: è reciproco sentimento di amicizia ed affetto, veramente fraterno, è legame stabilito tra chi combatte sotto una stessa bandiera o per la medesima causa. É accordo profondo, spirituale, tra persone non necessariamente legate da vincoli di parentela.
In aggiunta al Trinomio è importante per la Libera Muratoria il principio della Tolleranza: è capacità di sopportazione per quanto è, o potrebbe rivelarsi, dannoso o sgradevole per noi. É disposizione d'animo per cui si ammette, senza ostentazioni di contrarietà, che qualcun altro professi un'idea, un'opinione, una religione, una politica, diversa od addirittura contraria alla nostra. In breve, essa è incondizionata accettazione di un disteso rapporto con il diverso, anche del più occulto rovescio d'una medaglia. Indubbiamente valida la loro sintesi, ben espressa da una nota massima attribuita a Voltaire: «Sono pronto ad ascoltare con grande attenzione le tue idee, specie allorché sono in contrasto con le mie. Così come sono sempre pronto a versare il mio sangue perché tu possa liberamente esprimerle».
Sono princìpi indubbiamente molto nobili, che la Massoneria speculativa dei "Moderns" ha fatto propri, avviandosi ad ammettere, ad «accettare» tra le proprie fila, quanti muratori, costruttori ed architetti non erano affatto. Questo nell'intento di rendere più attuale, pratica ed attraente, un'istituzione che stava abbandonando la strada dell'operatività degli "Antients", dei Massoni costruttori di Cattedrali, ovvero dei nostri predecessori, dei nostri antenati, onde tentare d'operare su piani e livelli moderni, decisamente ben più sottili che mai nel suo pur glorioso passato.
Il Libro della Legge Sacra
Emblema massonico della spiritualità più elevata, a cui il Libero Muratore si ispira nell'impegno assunto di operare eternamente a sgombrare l'Ordine dal Caos. Non ha alcun carattere religioso, intendendo unicamente rappresentare il principio del Sacro, cui è intimamente legato ogni essere umano dotato di raziocinio.
Pertanto esso è costituito dalla Bibbia nella Loggia ove prevale la tradizione tipicamente occidentale, dal Corano nei paesi di tradizione musulmana, dai Veda nei paesi orientali di tradizione brahminica, e da un Libro Sacro non scritto (bianco) o edito in caratteri completamente scomposti nelle Logge di tradizione mista, onde consentire ad ognuno di leggervi quanto ritiene rappresentare il compendio Superiore dei doveri e dei precetti da osservare.
Il Libro della Sacra Legge identifica quindi la Luce che sovrasta ogni essere umano, non come autorità dogmatica, ma come espressione della fede in un ordinamento morale dell'intero universo. All'apertura dei Lavori il Libro Sacro viene aperto dal Primo Sorvegliante (Rituale Simbolico) alla prima pagina del «Vangelo di Giovanni» o del Libro «II Cronache VI». Vi si sovrappongono poi il compasso, con le punte dirette verso Occidente nel Rituale moderno e verso Oriente nel Rituale Emulation, e la squadra, disposti a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori. Secondo la tradizione muratoria, il Libro aperto sormontato dalla Squadra e dal Compasso rappresenta le Grandi Luci della Massoneria.
La Squadra
É considerata una delle Luci Maggiori della Loggia, il simbolo più importante del Lavoro massonico, e viene disposta sull'Ara con il Compasso ed il Libro della Sacra Legge. Per gli operativi era lo strumento idoneo ad erigere un muro, un edificio, una cattedrale. Viene ancora impiegata per controllare l'accuratezza della lavorazione delle pietre sgrossate, è anche simbolo della materia.
Utensile fisso, quindi passivo, comprende in sé il filo a piombo e la livella. Simboleggia il rigore morale e la perfezione, assumendo anche il significato di equilibrio tra gli opposti, di conciliazione tra piano fisico ed intellettuale, tra spirito e materia, tra attivo e passivo, tra iniziativa ed obbedienza. É preziosa in quanto disciplina, precisa ed orienta senza costringere.
La Squadra suggerisce dirittura morale, frutto di educazione e di volontà ma spesso dote naturale, veracità nelle opinioni e nei pensieri, equilibrio ed onestà di propositi. É la luce interiore, ed è simbolo delle idee del diritto e del dovere, dell'attività etica e della Materia. É infine simbolo di Rettitudine, di Legge e di Giustizia. All'Oriente la Squadra adorna il trono ed il petto del Maestro Venerabile, perché i suoi insegnamenti e le sue direttive debbono essere sempre sagge e rette, e perché è da lui che si deve irradiare e diffondere la Luce massonica su tutti i Fratelli della Loggia.
Secondo i Massoni, come tutti i Simboli, anche la Squadra propone un modo di essere. Mentre il significato della Squadra può essere considerato sotto molteplici punti di vista, in relazione con i più svariati eventi, tuttavia il modo di essere ad essa associato rimane sostanzialmente il medesimo.
La Squadra ci appare come un mezzo di osservazione e misurazione di una realtà percepita. Essa si presenta con due bracci ad angolo retto, che implicano due punti di vista o riferimenti del tutto indipendenti fra di loro. In tal modo è possibile avere una misurazione imparziale, senza che uno dei punti di vista prevalga sull'altro.
Appare quindi chiaro che la Squadra proponga il dovere di essere imparziali ed equilibrati nelle nostre osservazioni. Ma in aggiunta la Squadra propone alla nostra attenzione soprattutto il modo di essere che si accompagna ad ogni imparziale osservatore, prima e dopo le osservazioni e le misurazioni.
Il Compasso
Strumento costituito da due aste collegate da uno snodo, usato per tracciare circonferenze o per riportare un dato segmento. É considerato rappresentativo dell'esattezza, della ponderatezza, del rigore nel giudizio e nell'indagine.
Il Compasso è un utensile mobile, quindi attivo, ed essendo ad apertura variabile, esprime la possibilità di ampliare il campo d'azione mentale e nella conoscenza di se stesso, rappresentando il modo di essere di colui che è pronto ad allargare la propria visione dell'Universo. Esso è inoltre ammonimento a contenere le azioni entro i limiti fissati dalla morale comune e dalla propria coscienza.
Il Compasso evidenzia la condizione indispensabile per vivere in modo completo le esperienze esistenziali che ci vengono proposte dalla vita. Mentre la Squadra, con il suo angolo fisso a 90°, si presenta come mezzo di riferimento per le nostre osservazioni, il Compasso propone il nostro arricchimento interiore come fine mirato delle esperienze.
I Simboli di Squadra e Compasso, uniti insieme in posizioni diverse a seconda del Grado in cui lavora ritualmente la Loggia, rappresentano il modello di sintesi operativa nella ricerca della conoscenza, fatto di rigorosità di giudizio e di volontà d'acquisizione della piena libertà interiore.
La Massoneria considera il Compasso simbolo della Spiritualità. La Squadra, il Compasso ed il Libro della Legge Sacra, uniti e sempre presenti sull'Ara massonica regolare nel corso dei Lavori rituali, sono considerati le Tre Luci Maggiori della Libera Muratoria.
La Volta stellata
Al limite simbolico Zenit, sul soffitto del Tempio massonico, si trova dipinta la Volta stellata, che rappresenta il cielo, la notte e le stelle visibili. Si contrappone al Pavimento a scacchi, rappresentando il mondo dell'indefinito.
É simbolo dell'invisibile ma intuibile, del regno dell'assoluto e della Verità, dell'aura della superiore perfezione, della cima della montagna, focalizzando la meta sublime che il Massone tende a conquistare attraverso l'operatività esoterica singola e collettiva.
La Volta stellata sovrasta l'intero Creato, ripara e protegge l'intera umanità, senza distinzioni di condizione, razza e religione, ispirando negli uomini liberi, di buona volontà e di buoni costumi il sacro principio massonico della Tolleranza.
Lo Zodiaco
Dal greco, circolo delle figure celesti. Le 12 costellazioni situate intorno all'eclittica. Esse, con i relativi segni distintivi, sono:
Ariete - Toro - Gemelli - Cancro - Leone - Vergine - Bilancia - Scorpione - Sagittario - Capricorno - Acquario - Pesci con forse, in futuro, l'aggiunta del tredicesimo segno, quello di OFIUCO.
Il valore dello Zodiaco è legato alle scienze divinatorie, attraverso il concetto dell'influenza degli astri sul destino di ogni essere umano. Lo Zodiaco, come la stessa Astrologia, è di origine babilonese, come si deduce dai ritrovamenti archeologici effettuati in Mesopotamia, per i quali le testimonianze iconografiche attestano l'antica tendenza a collegare le vicende degli astri con la vite e le vicende umane.
L'Astrologia è tuttora molto diffusa nel mondo ed è oggetto di larga informazione attraverso tutti i mass media.
Gli attuali dodici segni dello Zodiaco sono sempre evidenziati nel Tempio massonico, con affreschi, ceramiche od impressioni sulle colonne collocate alle pareti di settentrione e di meridione.
Le cariche dei Dignitari e degli Ufficiali di Loggia sono comunemente associati ad uno dei segni, con un preciso significato di funzione e di responsabilità. Genericamente essi intendono ricordare ai Massoni le diverse tipologie umane, tutte diverse tra loro. Quindi essi sono un vero e proprio appello all'applicazione costante ed oculata del principio della Tolleranza.
Come il G.A.D.U. simboleggia la Verità suprema, i segni dello Zodiaco rappresentano e ricordano l'esistenza delle verità individuali.
Il Sole
Il Sole ha svolto un ruolo religioso primario fin dai tempi più antichi, quale simbolo di vitalità, di luce, di calore e di onnipotenza, anche grazie alla sua ambigua relazione di presenza-assenza nel mondo. La scuola di Max Müller è giunta ad affermare che le realtà divine più rilevanti di una determinata religione non sono altro che figure antropomorfizzate del Sole e delle sue vicende naturali.
Considerando che per i primitivi realtà e fenomeni naturali erano comprensibili solo in un quadro di stretta interazione, anche le immagini esplicite e definite del Sole rappresentavano la forma simbolica semplice comprendente esperienze e bisogni psichico religiosi differenziati e complessi. Divinità riferite al Sole, come Samas in Babilonia, Ra in Egitto ed Helios in Grecia, non ne sono mere rappresentazioni naturalistiche, ma si arricchiscono di significati polivalenti connessi ai diversi aspetti della realtà e dell'attività del Sole.
Sono parecchi i miti antichi che ne evidenziano le caratteristiche di potenza, la vittoria su un avversario mostruoso (le tenebre), la continua vicenda di morte rinascita, la luminosità come principio di ordine razionale.
Presso molti popoli primitivi (Africa, America e Polinesia) il Sole immobile e distante è la vera immagine dell'Essere Supremo. Se la figura di un essere onnipotente ed onnisciente è facilmente identificata con il cielo che tutto avvolge e dall'alto tutto controlla, anche il Sole fonte di luce che scruta le tenebre tuffandosi ogni sera oltre l'orizzonte, grande occhio luminoso sempre aperto, è considerato capace di penetrare negli avvenimenti più nascosti, diventando garante degli stessi giuramenti umani.
Il carattere di luminosità come principio generatore di forme ordinate e comprensibili, emergenti dalla sconfitta del caos e delle tenebre, spiega la collocazione del Sole in diverse cosmogonie.
Secondo la religione vedica, Indra crea il Sole dopo la vittoria sulle forze del male, e dopo la separazione tra cielo e terra. In Egitto lo stesso Ra è il creatore. L'espansione egiziana è accompagnata da una forma di sincretismo religioso, che pone al centro la figura del dio Aton, il dio solare che raccoglie in sé gli elementi di diverse divinità di quei luoghi. Presso gli Ittiti il re era chiamato ufficialmente Sole, simbolo di dominio e di unicità. Gli Ittiti conoscevano anche una divinità solare femminile, Arinna, che trova un corrispettivo nella dea giapponese Amaterasu.
Nelle grandi religioni politeiste il Sole. era componente essenziale di alcune divinità (Indra, Mitra ed Apollo). A Roma si consacrò al Sole il primo giorno della settimana (dies soli), reso festivo da Costantino per tutto l'impero. Nel corso del basso impero si diffuse una forma sincretistica incentrata sul culto del Sole, di cui fu tentata una trasposizione politica finalizzata alla divinizzazione della figura dell'imperatore. Anche il cristianesimo confermò la connessione Luce-Verità, con l'esplicito riferimento al Sole della figura di Cristo, la cui nascita venne fissata nel solstizio d'inverno (natalis solis).
La Massoneria considera il sole simbolo della Luce, dell'origine delle cose, della ragione che dissipa le Tenebre. Il Sole viene raffigurato nel quadro di Loggia ed effigiato sulla parete orientale del Tempio massonico, alle spalle e a destra del Maestro Venerabile (alla sua sinistra). Esso rappresenta la logica dissolvente e distruttiva di quanto non è solidamente fondato. Corrisponde all'elemento Fuoco, e fa parte della figura alchemica dell'Androgino. É l'emblema della componente maschile d'ogni cosa.
La Luna
Il simbolo della Luna è presente nel Tempio massonico sia all'Oriente, a sinistra del Maestro Venerabile (alla sua destra), sia nel Quadro di Loggia. Simboleggia l'immaginazione, che riveste le idee di una forma appropriata. Rappresenta inoltre la comprensione e la femminilità passiva.
I Lavori di Loggia si chiudono a Mezzanotte, quando la Luna è al Nadir, momento in cui si suppone che irradi il suo massimo splendore, che si propaga ad illuminare lo spirito del Libero Muratore, istigandone la spiritualità e la volontà di ricerca. La Luna corrisponde all'elemento Acqua.
Il Delta Luminoso
É costituito da un triangolo, di norma equilatero, posizionato con il vertice in alto, con al suo centro un occhio oppure il nome del G.A.D.U. in caratteri ebraici.
Posto al centro della parete orientale del Tempio massonico, tra il Sole e la Luna, al di sotto della scritta A.G.D.G.A.D.U., ed è illuminato.
Viene universalmente considerato il simbolo della Divinità. Il triangolo simboleggia la divina Trinità, e rappresenta il principio trino in tutte le sue possibili forme: Passato-Presente-Futuro, Sapienza-Bellezza-Forza, Sale-Zolfo-Mercurio, Nascita-Vita-Morte, Luce-Tenebre-Tempo, ecc.
Il Maglietto
Nel lavoro compiuto su se stesso dall'Apprendista, il Maglietto è l'emblema della volontà manifestata nella esecuzione del suo compito. Senza la volontà, non è possibile spogliare cuore e mente dai vizi, dai pregiudizi, dagli errori e dalle ipocrisie che, in varia misura, ognuno ha in comune con il resto dell'umanità. Con la volontà si rimuovono tali ostacoli naturali e si superano le difficoltà.
Il Maglietto è simbolo dell'intelligenza che agisce, persevera e sempre controlla l'azione e la parola.
Il Maglietto è utensile attivo, ed è l'emblema della logica, senza la quale è impossibile il discernimento giusto e razionale. Esso rappresenta la maestà del potere iniziatico insito nella Libera Muratoria, e la saggezza della Luce emanata dall'Oriente della Loggia attraverso la mediazione del Maestro Venerabile: è quindi anche volontà di ben fare ed autorità per ben dirigere tutti i Lavori dell'Officina.
La Spada Fiammeggiante
Nel Tempio massonico è deposta davanti al Maestro Venerabile, che la impugna esclusivamente nel corso dei lavori rituali, per impiegare i poteri iniziatici, detenuti grazie alla sua consacrazione, per l'iniziazione degli Apprendisti ed al momento del conferimento dei Gradi muratori.
Essa ricorda quella impugnata dai Cherubini che, nel giardino dell'Eden, secondo la Sacra Scrittura erano preposti alla custodia dell'albero della vita. La Spada Fiammeggiante è analoga a quella angelica, e la sua lama ondulata raffigura il movimento ondulatorio e vibratorio della sacra fiamma della fede massonica.
É un'arma simbolica, il cui compito è di ammonire che l'insubordinazione, il vizio ed il delitto debbono essere assolutamente esclusi dal Tempio. Rappresenta il raggio d'intellettualità, e la determinazione in chi dirige i Lavori nel mantenere nel Tempio l'ordine e l'armonia tra tutti i Fratelli, condizione indispensabile perché tutto sia giusto e perfetto.
La Spada Fiammeggiante identifica in sé la luce dello spirito, l'energia destinata a dominare il serpente delle tentazioni, la forza che consente di vincere ogni passione umana se fermamente guidata dalla volontà e dall'intelligenza.
Ricerca storica del Fratello Giancarlo Bertollini
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