martedì 23 aprile 2024

In ricordo dei Fratelli internati nei Campi di Concentramento

La Tornata - Liberté Chérie

 


(Da un lavoro di una Loggia lontana)

Fr\Giancarlo Bertollini\

      Oriente di Roma

li, 11 giugno 2017  E\V\  

XI giorno del IV mese,  VI XVII  A\V\L\

 

La Tornata - Liberté Chérie


Benito Mussolini decretò nel 1924 che ogni membro del suo partito fascista, che era un massone doveva abbandonare l'uno o l'altra organizzazione, e nel 1925, sciolse la Massoneria in Italia, sostenendo che si trattava di un’organizzazione politica.

Considerata dai nazisti un nemico ideologico, coerentemente con la loro percezione   del mondo Weltauffassung, l’otto gennaio 1934, il Ministro degli Interni tedesco ordinò lo scioglimento della Massoneria, la confisca dei beni di tutte le Logge, dichiarando ancora che a chi fosse stato membro di Logge quando Hitler salì al potere nel gennaio 1933, era proibito assumere cariche nel partito nazista o nei suoi bracci paramilitari, e i massoni erano incompatibili con incarichi pubblici.

Durante la guerra, la Massoneria fu vietata per decreto in tutti i paesi che erano o alleati con i nazisti o sotto il controllo nazista, tra cui la Norvegia e la Francia. 

Il numero di Massoni dei paesi occupati che sono stati uccisi da nazisti non è noto con precisione, ma si stima che sia tra 80.000 e 200.000. 


I massoni detenuti dei campi di concentramento furono classificati come prigionieri politici, e indossavano un triangolo rosso rovesciato verso il basso. 


Nei campi di prigionia in aggiunta alle privazioni e abusi che fiaccavano il fisico, tutto era fatto per distruggere i detenuti. La povertà era anche morale e intellettuale, ma molti di loro lottavano per mantenere ancora la loro dignità, l’unica cosa che rimaneva. All'interno dell’Emslandlager VII (un campo di raccolta di prigionieri politici NN (Nacht und Nebel, Notte e nebbia) situato a Esterwegen al nord-ovest della Germania, vicino al confine olandese) si realizza un episodio eccezionale, esempio di autentica tolleranza fraterna poco conosciuta.

Sono più di cento i prigionieri nella Baracca n° 6, rinchiusi quasi tutto il giorno. Hanno il permesso di uscire solo per una passeggiata di mezz'ora al giorno, sotto la supervisione dei kapò. Durante la giornata di lavoro metà del Campo deve ordinare cartucce e parti di radio; l’altra metà del Campo è costretto a lavorare in condizioni terribili nelle torbiere circostanti. 


L'alimentazione era così misera che i prigionieri perdevano 4 kg di peso corporeo ogni mese. 


In una baracca in cui i credenti sono molto più numerosi, un microcosmo della società belga diventa un laboratorio filosofico-religioso. C'erano giudici, funzionari, giornalisti, ingegneri, militanti di sinistra, sacerdoti. Questi ultimi prendono l’abitudine di incontrarsi la Domenica mattina al centro della baracca a dire messa. Una celebrazione senza la comunione, ma che permetteva di non perdere il coraggio.

Certo, c'era sempre il pericolo di essere notati dalle guardie e per questo chiesero ai laici di sorvegliare gli ambienti. Non cattolici e non credenti si preoccupavano della sicurezza e fungevano da veri e propri paraventi umani per i credenti.


Tre fratelli Massoni beneficiando di questa guardia e dell'assenza di chi faceva la messa, s’incontrarono attorno ad uno dei tavoli, svuotati dai loro occupanti e relativamente isolati dal resto dell’ambiente anche con armadi


A poco a poco gli arrivi di fratelli si succedono e i fratelli massoni tramuteranno il loro primo cerchio fraterno in una loggia. Di fronte all’intolleranza nazista, si creò una vera e propria comunità spirituale e d’intenti tra muratori e credenti.

Padre Froidure che conobbe l’inferno di quel campo l’ha rilevato, dice, infatti:

"Lo spirito di comprensione e la tolleranza dei non praticanti permise di recitare la messa a voce alta e in parte cantata ... "

La maggior parte delle "autorità di vigilanza delle Messe clandestine” erano massoni, alcuni dei quali appartenevano alla stessa loggia o alla stessa rete della resistenza. Hanno approfittato di questi momenti per approfondire le loro riflessioni. In questo luogo dove regnava l'oscurità, bisognava che la luce prevalesse, come nelle parole del prologo del Vangelo di Giovanni ".

Un prete cattolico sarebbe stato di guardia, in modo che i Fratelli potessero tenere le loro riunioni, e per proteggere la loro segretezza, chiesero l'assistenza alla comunità di preti cattolici prigionieri "con le loro preghiere ", che ricambiavano così il loro aiuto domenicale durante la messa.

Il 15 novembre del 1943, sette massoni belgi e combattenti della resistenza fondano la Loggia “Liberté Cherie”, il cui nome deriva da una delle ultime strofe de “ La Marseillaise”, l’inno francese:

“Conduci, sostieni le nostre braccia vendicatrici. O Libertà, Libertà cara,

Combatti con i tuoi difensori!”

Nella prima tornata rituale viene iniziato il fratello Erauw, che sarà anche l’unico.

Luc Somerhausen descrive l’Iniziazione, come una semplice cerimonia.

"ha avuto luogo presso uno dei tavoli... con un rituale molto semplificato i cui singoli aspetti sono stati tuttavia spiegati all'iniziato; che d’ora in poi ha potuto partecipare  ai lavori della Loggia".

Dopo il primo incontro rituale, con l'ammissione del nuovo fratello, i successivi incontri furono preparati tematicamente.

Uno dedicato al simbolo del grande architetto dell'universo, un altro

"il futuro del Belgio" ed ancora "La posizione delle donne nella massoneria".

Ecco chi erano i fratelli di questa straordinaria loggia:

Maestro Venerabile, Paul Hanson giudice di pace e membro della resistenza, fu poi spostato e morì sotto le macerie della sua prigione, durante un bombardamento aereo alleato su Essen, il 26 marzo 1944 .

Jean Sugg e Franz Rochat appartenevano alla "Loggia amici filantropici"

( Les Amis Philanthropes, Lodge n ° 5 del Grande Oriente del Belgio ).

Franz Rochat, un professore, farmacista e direttore di un importante laboratorio farmaceutico, nato il 10 marzo 1908 a Saint- Gilles. Era un lavoratore della stampa clandestina con la pubblicazione della resistenza "Voce dei Belgi ". È stato arrestato il 28 febbraio 1942, è arrivato a Untermassfeld ad aprile 1944 e vi morì il 6 aprile 1945.

Jean Sugg nasce l'8 settembre 1897 a Gand ed era di origine tedesca svizzera.

Ha collaborato con Franz Rochat, tradotto testi tedeschi e svizzeri e contribuito alle pubblicazioni clandestine, tra cui, La Libre Belgique, La Légion Noire, Le Petit Belge. Morì in campo di concentramento in data 8 febbraio 1945.

Amédée Miclotte era un insegnante di scuola superiore. Era nato il 20 dicembre 1902 a Lahamaide (Fr), e apparteneva alla Loggia "Unione et Progrès ".

E 'stato visto l'ultima volta in carcere, l'8 febbraio 1945.

Jean De Schrijver era un colonnello dell'esercito belga. Era nato il 23 agosto 1893 ad Aalst, e il fratello della loggia "La Liberté " di Ghent. Il 2 settembre 1943 è stato arrestato con l'accusa di spionaggio e possesso di armi, e morì nel febbraio del 1945.

Henri Story è nato il 27 novembre 1897 a Ghent. Era un membro della Loggia "Le Septentrion" di Ghent. Morì il 5 dicembre 1944.

Luc Somerhausen, un giornalista, è nato il 26 agosto 1903, in Hoeilaart. Fu arrestato  il 28 maggio 1943 a Bruxelles. Egli apparteneva alla loggia "ACSO III" ed è stato Vice Segretario del Grande Oriente del Belgio ( Grand Orient de Belgique ).

Fernand Erauw, magistrato alla Corte dei Conti e Ufficiale di riserva della Fanteria, nacque il 29 gennaio 1914, in Wemmel. Fu arrestato il 4 agosto del 1942, come membro del "Secret Army".

Riuscì a fuggire ed è stato infine arrestato nel 1943.

Guy Hannecart (1903-1945) un avvocato e leader di "La Voix des Belges ".

E 'stato anche membro della loggia "les Amis Philanthropes N° 3";

la "Loge Liberté Chérie" fermò I lavori dopo pochi mesi all’inizio del 1944.

I sopravvissuti Erauw e Somerhausen s’incontrarono di nuovo nel 1944 nel campo di concentramento di Oranienburg Sachsenhausen, e rimasero inseparabili da allora in poi. Nella primavera 1945 furono coinvolti nella "Marcia della Morte ", e anche se Erauw era alto 1.84 m, il 21 maggio 1945 nell’ospedale di Saint Pierre a Bruxelles pesava solo 32 kg.

Nell’agosto 1945 Luc Somerhausen inviò una relazione dettagliata al Gran Maestro del Grande Oriente del Belgio, in cui tracciò la storia della "Loge Liberté Chérie ".

Luc Somerhausen morì nel 1982 all'età di 79. L' ultimo testimone, Fernand Erauw, è morto all'età di 83 anni, nel 1997.

Un monumento creato dall'architetto Jean de Salle, è stato dedicato alla Loggia da massoni belgi e tedeschi il 13 novembre 2004.

Ora è parte del sito memoriale del Campo di Esterwegen.

 

                                             Ho Detto.

                                 
 Fr. Giancarlo Bertollini

                                                                                      

Oriente di Roma

li, 11 giugno 2017  E\V\

XI giorno del IV mese,  VI XVII  A\V\L\

 

Bibliografia:

Lavoro R.L. Archimede

Ruelland, Désaguliers - Liberté Chérie.

Une Loge dans l’univers concentrationnaire nazi- 10/04/2008.

C. Laporte -La lumière dans les ténèbres des camps - Libre.be 04/02/ 2005

Wikipedia alla voce Liberté Chérie (loge maçonnique). 


 www.studiostampa.com

giovedì 18 aprile 2024

Da Paracelso ai Rosacroce


www.studiostampa.com

Atlante Alchemico del Prof. Manlio Maradei







www.studiostampa.com

Brevi Note di Storia Massonica

www.studiostampa.com

Che cos’è una Loggia Massonica?

G.L.D.I. - Firenze

Come abbiamo verificato dai documenti storici pervenutici, la “Loggia” ai tempi dei Massoni Operativi era il luogo ove facevano base gli operai medievali, ovvero una costruzione ubicata nei pressi del cantiere che permetteva alle maestranze impegnate nei lavori di avere una sede per riposare, riporre i propri oggetti, fare riunioni e decidere il da farsi…

La Loggia Massonica moderna, ossia quella speculativa, non è un luogo identificato nello spazio o nel tempo, ma è, più precisamente, uno stato mentale; quando i Massoni si riuniscono in Loggia significa che attraverso opportune e precise movenze dettate da antichi rituali si trasportano su un diverso piano spirituale, utile a dimenticare, ossia mettere da parte, tutto il bagaglio (o fardello) che ciascuno di noi si porta appresso, durante il vivere quotidiano.
Generalmente i massoni si ritrovano per giungere a questo stato in uno spazio con delle determinate caratteristiche, chiamato appunto “Tempio” che, comunque, non è strettamente necessario ad “aprire” i lavori di una Loggia.
Da questa premessa è facile comprendere come la Loggia non sia un luogo fisico, ma sia, più propriamente, un’entità completamente avulsa dalla materialità terrena; più facilmente potremmo definirla come la dimensione dello “spirito”. 

Infatti ciò che rende “rispettabile” una loggia è la capacità dei propri componenti di elevarsi ad un livello superiore; debbono cioè riuscire ad abbandonare i “metalli” fuori dal tempio; dove, simbolicamente, con il termine “metalli” si tende ad indicare l’insieme dei vizi, pregiudizi, stato socio-economico e così via di ciascun individuo… 

Da questa prerogativa, è chiara l’intenzione di eliminare non solamente le differenze di casta, ma anche quelle politiche e religiose, fonti inesauribili di guai e contrasti fra gli uomini. 

Coloro che intendono “lavorare” in Loggia debbono quindi tentare di operare “liberamente ed onestamente” con i propri fratelli, partendo ogni volta da zero; senza preconcetto alcuno si stimola il ragionamento favorendo la possibilità di seguire la propria “intuizione”, parte fondante del lavoro di Loggia.

Queste caratteristiche, indispensabili al Libero Pensiero, permettono a questo variegato consesso di elevarsi ad ideale via di integrazione fra gli uomini: basti pensare che esistono Logge in cui ebrei, musulmani e cristiani si chiamano, e soprattutto si comportano da Fratelli.

A tal proposito, è sufficiente ricordare il primo degli “Antichi Doveri” tramandatici da Anderson nel 1717:

“ I. Concernente Dio e la Religione.
Un muratore è tenuto per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando loro le loro particolari opinioni; ossia essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore ed onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti.”

Per comprendere la portata di un tale precetto, basti richiamare alla memoria il particolare momento vissuto dall’Inghilterra - ma anche dal resto d’Europa - agli inizi del XVIII sec. quando lo scontro religioso aveva raggiunto il suo apice: anglicani, luterani e cattolici erano profondamente divisi e la convivenza si era fatta difficile; fu allora che queste menti illuminate vollero cambiare il corso della storia, cercando di elevarsi al di sopra delle differenze e concentrandosi piuttosto sui punti di interesse comuni a tutti gli uomini. 
Da questa volontà nacquero affermazioni come quella notissima espressa da Evelyn Beatrice Hall che riassume così il pensiero di Voltaire: “Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.” 

 www.studiostampa.com

mercoledì 10 aprile 2024

La Scuola di Atene


Papa Giulio II affida a Raffaello Sanzio la decorazione degli appartamenti ordinando di rimuovere il lavoro degli artisti precedenti fra cui Piero della Francesca. Raffaello rimase molto dispiaciuto di questa scelta papale. Alcuni leggono nel dipinto una rappresentazione delle sette arti liberali con in primo piano da sinistra la grammatica, poi l'aritmetica e la musica mentre a destra la geometria e astronomia e poi in cima alla scalinata La retorica e la dialettica.

Platone e Aristotele i due principali filosofi dell'antichità si trovano al centro della composizione, Platone raffigurato con il volto di Leonardo Da Vinci regge il Timeo, il suo più  celebre dialogo, e solleva il dito verso l'alto. Aristotele invece regge l'etica nicomachea e distende il braccio davanti a se tenendolo sospeso a mezz'aria .

Socrate, Platone e Aristotele sono le tre personalità, che hanno determinato la storia della filosofia. Queste tre figure sono legate poichè Socrate era il maestro di Platone e Platone era il maestro di Aristotele. 


1) Statua di Apollo che tiene in mano una lira. 


2) Statua di Minerva con l'elmo, la lancia e lo scudo con la testa di Medusa. 

3) Platone con le sembianze di Leonardo da Vinci. 

4) Aristotele considerato una delle menti filosifiche piu innovative, prolifiche e influenti del mondo antico. 

5) Diogene di Sinope con la veste azzurra sdraiato sui gradini, in un atteggiamento di ostentato disprezzo del Decoro, detto il Cinico e il Socrate pazzo fu filosofo greco antico, considerato uno dei fondatori della scuola cinica. 

6) Socrate, vestito di verde, dialoga con il gruppo di persone che gli sta davanti. 

7) Capelli ricci biondo e vestito di verde dovrebbe essere Eschine, politico e retore ateniese. 

8) Vestito di rosso dovrebbe essere Senofonte, storico e mercenario ateniese. 

9) Alcibiade generale e politico ateniese rappresentato con le sembianze di Alessandro Magno. 

10) Con il copricapo bianco Averroè diventato nel medioevo Aven Roshd fu filosofo, medico, matematico e giurisperito arabo. 

11) Zenone di Cizio (con la barba bianca ) regge un bambino. Filosofo greco antico nato a Cizio. 

12) Un bambino che regge un libro, dovrebbe trattarsi di Federico Gonzaga, figlio del marchese di Mantova Francesco II e di Isabella d'Este. 

13) Epicuro legge un libro poggiato su una colonna. Filosofo greco antico discepolo di Nausifane. 

14) Pitagora ( matematico, legislatore, filosofo, astronomo, scienziato e politico  ), vestito di rosa, sta scrivendo su un libro. 

15) Di fronte Pitagora suo figlio Telauge, anche egli divenuto filosofo pitagorico, che regge una tavoletta. 

16) Di fronte Pigatora con la maglia gialla Parmenide di Elea filosofo greco antico, presocratico. 

17) Dietro Pitagora un vecchio che prende appunti, forse Anassimandro filosofo greco antico o forse Empedocle filosofo, poeta e scienziato greco antico. 

18) Unica donna presente con tunica bianca, volge lo sguardo direttamente allo spettatore, Ipazia matematica d'Alessandria d'Egitto, ma anche astronoma e filosofa greca antica. Un altra versione vuole sia Francesco Maria della Rovere duca di Urbino e nipote di Papa Giulio II. 

19) Eraclito filosofo greco antico, uno dei maggiori pensatori presocratici con le sembianze di Michelangelo.  

www.studiostampa.com

martedì 9 aprile 2024

La Pergamena di Chinon (1308)

La Pergamena di Chinon è un documento medievale scoperto nel settembre 2001 da Barbara Frale, una paleografa italiana presso l'Archivio Segreto Vaticano, il quale dimostra che nel 1308 Papa Clemente V concesse l'assoluzione sacramentale al Gran Maestro Jacques de Molay nonché i restanti maggiorenti dei Cavalieri Templari, trascinati in un processo organizzato dal Re di Francia Filippo IV il Bello servendosi dell'inquisizione medievale. Il Papa tolse loro ogni scomunica e censura riammettendoli nella comunione della Chiesa Cattolica. 

(Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308). 

La pergamena è datata Chinon, 17-20 agosto 1308 e fu redatta su ordine di Berengario, cardinale prete di San Nereo ed Achille, Stefano, cardinale prete di San Ciriaco in Thermis, e Landolfo, cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria; il Vaticano custodisce la copia originale e autentica degli atti di quella inchiesta, con segnatura archivistica Archivum Arcis Armarium D 217, mentre una seconda copia autenticata è conservata al numero D 218. Un'altra versione dell'evento, pervenuta in copia e con un resoconto dei fatti in parte alterato, era stata pubblicata da Étienne Baluze nel 1693 e da Pierre Dupuy in 1751.
Gli agenti del Papa svolsero un'inchiesta per verificare le affermazioni contro gli accusati nel castello di Chinon, posto nella diocesi di Tours. Secondo il documento, Papa Clemente V diede istruzione ai cardinali di condurre l'inchiesta sui Cavalieri Templari accusati. 
I Cardinali pertanto «dichiarano attraverso questa relazione ufficiale diretta a tutti coloro i quali vorranno leggerla, che, lo stesso Signore Il Papa, desiderando ed intendendo di conoscere la pura, completa ed intera verità dai maggiorenti di detto Ordine, nominalmente Fratello Jacques de Molay, Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Fratello Raymbaud de Caron, Precettore delle Commende dei Cavalieri templari d'Oltremare, Fratello Hugo de Perraud, Precettore di Francia, Fratello Geoffrey de Gonneville, Precettore di Aquitania e Poitou, e Geoffrey de Charney, Precettore di Normandia, ci ha ordinato ed incaricati appositamente e per suo oralmente espresso desiderio affinché noi si esaminasse con diligenza la verità interrogando il Gran Maestro ed i summenzionati Precettori uno per uno ed individualmente, avendo convocato pubblici notai e testimoni degni di fede.» 
(Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308). 

Raymbaud de Caron fu il primo ad essere interrogato, il 17 agosto 1308. «Dopo questo giuramento, per l'autorità conferitaci appositamente per questo scopo dal Signore il Papa, noi accordiamo all'umilmente richiedente Fratello Raymbaud, la grazia del perdono, in una forma accettata dalla Chiesa, dal verdetto della scomunica nel quale era incorso a causa delle sue azioni precedenti, riportandolo all'unità con la Chiesa e reintegrandolo nella comunità dei fedeli ed ai sacramenti della Chiesa.» 
Il secondo a essere interrogato nella stessa giornata fu Geoffroy de Charney. Il terzo a essere interrogato il medesimo giorno fu Geoffroy de Gonneville. Hugo de Perraud fu il quarto a venire interrogato, il 19 agosto 1308. Il Gran Maestro fu l'ultimo a essere interrogato il 20 agosto 1308. 
Secondo il documento, tutti gli interrogatori degli accusati svoltisi dal 17 al 20 agosto 1308 ebbero sempre luogo alla presenza di pubblici notai e dei testimoni riuniti. 
Tra le accuse si annoveravano la sodomia, la bestemmia contro Dio, baci illeciti, lo sputare sulla croce e l'adorazione di un idolo.
Il corpo del testo riporta la comparsa degli imputati, il giuramento degli imputati, le imputazioni contro gli accusati e la maniera con cui furono interrogati gli accusati. Dall'interrogatorio di Molay: «Quando gli fu chiesto se avesse confessato queste cose perché sollecitato, per una ricompensa, per riconoscenza, per cortesia, per timore, per astio, per persuasione da parte di qualcun altro, o per l'uso della forza, o per il timore di venire sottoposto a tortura, egli rispose di no. Quando gli fu chiesto se, dopo essere stato arrestato, fosse stato sottoposto ad un interrogatorio o alla tortura egli rispose di no.» Il testo, successivamente, elenca le denunce, le richieste di assoluzione, e la concessione dell'assoluzione da parte degli agenti del Papa; tutto ciò avvenne sempre alla presenza di testimoni. Un estratto delle indulgenze concesse a Molay poi recita «Dopo di ciò giungemmo alla conclusione di estendere la grazia del perdono per quegli atti che Fratello Jacques de Molay, il Gran Maestro dell'Ordine, nella forma e nella maniera sopra descritta aveva denunciato in nostra presenza, come pure per le eresie descritte ed ogni altra , e giurò di persona sul Santo Vangelo del Signore, e umilmente chiese la grazia del perdono (contro la scomunica), riconducendolo all'unione con la Chiesa e riaggregandolo alla comunità dei fedeli ed ai sacramenti della Chiesa». 

L'analisi della pergamena di Chinon ha permesso a Barbara Frale di riconoscere alcune delle pratiche segrete di iniziazione dei Templari. Malgrado tre degli accusati abbiano ammesso di essere stati invitati dai loro superiori durante l'iniziazione a rinnegare la croce e a sputare su un crocefisso, le loro storie sono tutte incoerenti. Geoffroy de Gonneville ammise di non avere ceduto, malgrado le minacce, a rinnegare ed a sputare sulla croce. Malgrado ciò, Geoffrey de Gonneville fu comunque ammesso nell'ordine, il che potrebbe significare che il rifiuto della croce possa essere stato una qualche sorta di prova. Gli altri ammisero di «avere rinnegato solo con le parole non con lo spirito». Gordon Napier ritiene che la pratica di rinnegare la croce fosse un addestramento in caso di cattura da parte dei saraceni.
Tutti negarono la pratica della sodomia o di avere assistito ad atti di sodomia; tuttavia fu ammesso di avere dato dei baci come forma di rispetto solamente durante l'iniziazione a Templare. Il solo Hugo de Perraud dichiarò che durante la sua iniziazione gli fu detto «…di astenersi dall'accompagnarsi a donne, e se non fosse stato in grado di limitare la sua lussuria, di congiungersi con fratelli dell'ordine». Inoltre, solamente Hugo de Perraud dichiarò di avere visto la testa di un idolo che i Templari furono accusati di adorare, a Montpellier, in possesso del Fratello Peter Alemandin, Precettore di Montpellier. 
Tutti gli altri Templari menzionati nella pergamena di Chinon negarono di essere stati incoraggiati a congiungersi con altri fratelli, e a nessuno di loro fu chiesto dell'idolo. Tutti loro aggiunsero che, come per ogni cattolico, ogni trasgressione contro la fede cattolica veniva pienamente confessata ad un prete o ad un vescovo, venivano impartite penitenze e concesse assoluzioni.

La pergamena di Chinon fu materialmente redatta da Robert de Condet, chierico della diocesi di Soissons, nonché notaio apostolico. I notai apostolici furono Umberto Vercellani, Nicolo Nicolai da Benvenuto, Robert de Condet e maestro Amise d'Orléans le Ratif. I testimoni dei procedimenti furono Fratello Raymond, abate del monastero benedettino di San Teofredo, nella diocesi di Annecy, Maestro Berard (o Bernard?) di Boiano, arcidiacono di Troia, Raoul de Boset, confessore e canonico proveniente da Parigi, e Pierre de Soire, supervisore di Saint-Gaugery di Cambresis.
Inoltre, secondo il documento, furono redatte ulteriori tre copie maggiormente dettagliate dagli altri notai pubblici. A tutti i documenti fu apposto il sigillo e furono tutti firmati dai partecipanti. Secondo il documento: «Le loro parole e confessioni furono scritte esattamente nella maniera in cui sono riportate qui dai notai i cui nomi sono elencati sotto alla presenza di testimoni elencati sotto. Abbiamo altresì ordinato che queste cose venissero redatte in forma ufficiale e convalidate dalla protezione dei nostri sigilli».
(Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308).
La pergamena di Chinon riporta un tentativo fallito da parte del Papa di preservare i Templari dalle macchinazioni del re di Francia, Filippo IV, stabilendo che l'ordine non fosse eretico e fosse capace di riformarsi sotto l'egida della Chiesa. Le colpe dell'ordine consistevano soltanto in fenomeni di grave malcostume, che però non era un fatto grave e insanabile come l'eresia per la quale i Templari erano stati trascinati in un processo. Tuttavia, quando divenne evidente che Filippo IV era determinato a sterminare l'ordine (ed a confiscarne i considerevoli beni e le proprietà all'interno del regno) il Papa abbandonò i templari al loro destino. 

Al di fuori della Francia la dissoluzione dell'ordine fu conseguita con molto meno spargimento di sangue, ed i membri superstiti dell'ordine furono assorbiti da altre istituzioni religiose e dalla Massoneria col XXX Grado dei Cavalieri Kadosh. 

                             Ricerca e Sintesi di Giancarlo Bertollini


Bibliografia: 

° Da Ricerche sul WEB 
°    Tratto da Wikipedia-B. Frale
° TRECCANI - Enciclopedia Italiana 
° Da Lavori del Fr. Giancarlo Bertollini 

domenica 7 aprile 2024

Ernesto Nathan il Grande Sindaco di Roma.

Come dimenticarlo ! 

Ernesto Nathan
In un discorso tenuto nel 1898 
a Torino definì la massoneria 
«associazione patriottica 
ed educativa, non associazione 
politica» 
(Il compito massonico. 
Discorso inaugurale del Gran Maestro 
E. N. alla Conferenza massonica 
nazionale. Torino, 20 settembre 
1898, Roma 1898)
Egli finì così per deludere quegli 
affiliati che auspicavano una più netta 
democratizzazione della massoneria 
e il suo diretto coinvolgimento nelle competizioni 
politiche e amministrative a sostegno 
dell’estrema sinistra. 



E dobbiamo al suo "Genio" la ciotola fissata sotto ai "Nasoni" 
e la indimenticabile battuta " 'n c'è trippa pe' gatti ".  
*** *** ***
La giunta Nathan guidò l’amministrazione municipale 
di Roma per sei anni, fino al novembre 1913, e lasciò 
un’impronta indelebile nella storia della città. 
Potendo giovarsi anche dei provvedimenti finanziari 
a favore della capitale previsti dalla legge del luglio 1907, 
avviò un diversificato piano di interventi che toccò tutti 
gli ambiti della sfera amministrativa introducendo 
significative innovazioni. Uno dei principali settori su cui 
Nathan concentrò l’attenzione fu quello delle scuole 
pubbliche, che versavano a Roma in condizioni 
particolarmente precarie. 


Oltre ad avviare un’intensa opera 
di edilizia scolastica, furono istituiti biblioteche, giardini 
d’infanzia, scuole all’aperto, corsi estivi di ripetizione, 
e soprattutto fu difesa la connotazione laica dell’istruzione 
rifiutando di impartire nelle scuole comunali alcun 
insegnamento di natura confessionale. 
Poderoso fu poi l’intervento di municipalizzazione 
dei pubblici servizi, che, sotto la guida dell’assessore 
ai servizi tecnologici Giovanni Montemartini, portò alla 
nascita di aziende comunali in vari settori, fra cui quelli 
per la gestione delle tramvie e dell’illuminazione elettrica. 
Come previsto dalla legge del 1903, le delibere relative 
alla municipalizzazione dei servizi pubblici furono sottoposte 
a un referendum popolare che si tenne nel 1909, nella data 
simbolicamente evocativa del 20 settembre. 
Questa consultazione popolare sancì l’inizio di un processo 
di crescente coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte 
dell’amministrazione che si manifestò sia attraverso altri 
referendum, indetti per decidere questioni specifiche anche 
a livello rionale, sia mediante la nascita di alcune 
associazioni di quartiere. Il risultato fu una sorta di inedita 
«democrazia partecipativa», che accrebbe il consenso 
intorno alla giunta Nathan. La costruzione di numerose 
opere pubbliche (palazzi, monumenti, ponti, piazze, 
strade, sistemi di fognatura), alcune delle quali inaugurate 
nel 1911 in occasione dei festeggiamenti per il cinquantenario 
dell’Unità, e l’ambizioso intervento di recupero igienico 
e scolastico dell’Agro romano contribuirono ulteriormente 
a creare un’opinione favorevole intorno all’operato 
dell’amministrazione.

www.studiostampa.com