IL TEMPIO E LA LOGGIA

Molto spesso si tende a ritenere sia il Tempio, sia la Loggia, come il luogo in cui si riuniscono i fratelli per svolgere i loro massonici lavori. Tempio dal latino templum, era una porzione di cielo delimitata dal lituo, bastone ricurvo che l’augure romano utilizzava per osservare i segni divini attraverso lo studio dei fenomeni naturali e del volo degli uccelli. In seguito diviene il luogo o l’edificio sacro in cui si metteva in pratica l’osservazione del cielo.
Un Tempio, sempre disposto da Oriente ad Occidente e con l’ingresso verso il tramonto, rappresentava perciò, il luogo di congiunzione tra il Cielo e la Terra fra Oriente e Occidente, fra il Nord ed il Sud, fra lo Zenit e il Nadir, fra la superficie della terra ed il suo centro, sintesi del macrocosmo ed immagine del microcosmo, raffigurazione ideale ed universale dell’uomo, diviene, allora, la porta verso un altro mondo.
Il Tempio edificato nel 970 a.C. da Re Salomone a Gerusalemme, da lui voluto e costruito come il primo vero Tempio ove il popolo si potesse riunire per onorare Dio, fu riferimento per la costruzione di molti altri templi ed anche di quello massonico. Pare che Giustiniano inaugurando Hagia Sophia a Costantinopoli avrebbe esclamato ”….Salomone ti ho superato…” e che anche Carlo Magno si fosse, a suo tempo, ad esso ispirato per la costruzione della sua regia di Aquisgrana.
I lavori durarono sette anni e con la facciata principale verso Oriente questo, era costituito da tre parti di identica larghezza di 11,00 ml. disposte consecutivamente, il Sagrato, il Santuario, il Santo dei Santi. Esternamente sui tre lati erano addossati tre piani di cubìti, per un totale di 90 piccoli ambienti di circa 2,75 ml di altezza.
Il Tempio Massonico, che consta anch’esso di tre ambienti, il Gabinetto di Riflessione, la Sala dei Passi Perduti ed il Tempio, diviene luogo sacro, ma a differenza, però, del Tempio Cristiano, solo per la durata dei lavori e dei rituali, mentre la chiesa, invece, è luogo sacro sempre, almeno finché questa, non sia profanata o abbandonata. Il Tempio rappresenta il luogo chiuso, del riparo, dello spazio sacro coperto, dove i liberi muratori trascorrono uno spazio sacro di tempo. È questo il luogo della manifestazione divina, della scoperta della luce.
Il Tempio Massonico è di forma rettangolare con un'unica porta posta ad Occidente. Il soffitto raffigura il cielo e le sue stelle (tema poi ripreso dai maestri muratori nella decorazione delle volte di colore blu cobalto punteggiate di stelle, nelle prime cattedrali in stile gotico nel dodicesimo e tredicesimo secolo). Questo è simbolicamente sorretto da dodici colonne, sei al Nord e sei al Sud, ognuna sormontata da un segno zodiacale ed unite tra loro da un cordone di colore rosso che corre su tre lati e aperto ad Oriente, con sette gasse d’amante o nodi d’amore.
La parte più sacra del Tempio è l’Oriente, sede del Maestro Venerabile, dove uno scranno sopraelevato su quattro gradini, delimitato da una balaustra e sormontato da un baldacchino, domina sulle colonne del Nord e del Sud.
A lato del trono a Settentrione e a Meridione, risiedono gli scranni quadrangolari dell’Oratore e del Segretario, mentre al centro delle colonne del Nord e del Sud vi sono gli scranni della Prima e della Seconda luce; il primo sopraelevato di due gradini, il secondo di uno solo. Davanti al trono del Maestro Venerabile vi è un’ara quadrangolare coperta da un telo azzurro o rosso con frange d’orate sulla quale è collocata la lampada a sette bracci come quella del tempio di Salomone, un compasso, una squadra ed il libro sacro.  
Sulla parete d’oriente ai due lati del trono il Sole e la Luna crescente, posti rispettivamente al Nord ed al Sud al contrario della loro reale posizione astronomica.  
Dietro il trono, il delta, un triangolo equilatero con dentro un occhio e sopra ancora, la scritta AGDGADU (alla gloria del grande architetto dell’universo). 
Sulla parete di occidente, oltre all’ingresso del tempio svettano due colonne sormontate da un capitello dorico, quella entrando a sinistra, con incisa una B a rappresentazione della Forza (Boaz), e, da un capitello corinzio, quella a destra con incisa una J a rappresentazione della Bellezza (Jachin).  Originariamente dovevano essere le colonne del portico del tempio di Salomone, ma attraverso una serie di significati ed interpretazioni diverse sono finite per indicare la via del tempio e, poste nei pressi delle due luci, ne erano divenute emblema della loro carica, così come quella con il capitello Jonico, emblema del Maestro Venerabile. A terra, un pavimento a scacchi bianchi e neri, rappresentazione del pavimento del portico del Tempio di Salomone, simboleggia il contrasto fra la vita terrena e quella spirituale, fra la luce e le tenebre, fra errore e verità, fra vizio e virtù, in quanto rappresentazione precisa e geometrica dell’ordine che all’interno del tempio regola il lavoro dei fratelli. Loggia, invece, forse dal tedesco antico, laubja, capanna di frasche che diviene tettoia per proteggere il luogo ove i fratelli lavoravano riuniti in un’assemblea, che ben presto verrà chiamata loggia, così come, l’insieme dei fedeli ed il luogo ove questi si riuniscono per professare il culto cristiano, vengono comunemente chiamati chiesa. O forse, dal sanscrito che dalla radice lok, “vedere”, a loka, “universo”, fino al greco, logòs, parola, per poi arrivare al latino locus o laubia, la Loggia, diviene simbolo del mondo, luogo luminoso in cui tutto viene fatto conformemente al rito ed all’ordine, l’officina ideale dove tutto è giusto e perfetto, luogo sacro e quindi, tempio, ove ricevere l’influenza spirituale. Di forma quadrilunga, le cui dimensioni erano poste in relazione con la regola aurea, la Loggia diviene l’assemblea, il gruppo vivente dei fratelli riuniti con vari titoli distintivi, per svolgere un lavoro di ordine iniziatico, la loggia quale entità immaginifica che prende corpo nel corso delle cerimonie rituali. Non esiste Loggia senza fratelli e non esistono fratelli attivi senza Loggia, un fratello non più attivo non perde la sua iniziazione, ma continua il suo percorso di ricerca interiore in modo solitario. Ogni Loggia assume la sua propria specificità e personalità in diretta dipendenza dai membri che la compongono, diviene una sorta di melting pot dove fondere il lavoro massonico sia di ordine intellettuale che spirituale, trasmettendo, tramandando ed iniziando nuovi fratelli. Una Loggia regolarmente costituita ha bisogno di almeno sette fratelli di vario ordine e grado, tre la dirigono, cinque la illuminano e sette la rendono giusta e perfetta.
Il Tempio perciò designa il luogo ove i fratelli si riuniscono e lavorano, mentre la Loggia è raggruppamento vivente, assemblea di fratelli, in questo luogo riuniti. Il tempio perciò non è soltanto simbolo ma diviene architettura con un proprio e preciso linguaggio e l’architettura vuol dire monumento e il tempio, è un monumento. Disponendo simbolicamente oggetti anche le nostre case divengono un tempio, così come tendiamo ad adattare a nostra immagine qualsiasi altro luogo, anche interiore. Nessun altro edificio possiede le caratteristiche connotative dell’architettura, il tempio quale monumento è, cioè, un’opera che trascende sé stessa per divenire un simbolo immediatamente riconoscibile, sia per la sua forma, sia per ciò che rappresenta.  
L’incarico più ambito, il mandato più difficile, la sfida più grande che ogni architetto vorrebbe avere, almeno una volta nella sua vita professionale, è quella di edificare un Tempio e così, allo stesso modo, ogni fratello, come un architetto, deve raccogliere la sfida ed edificare il suo Tempio…. alla virtù.

                                                                                      di Arnaldo Veggi

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