Si potrebbe andare avanti all' infinito con gli esempi che testimoniano quanto fosse importante per i Greci il sapere, ma forse è meglio capire perché la filosofia sia nata proprio in Grecia. Nasce qui soprattutto per via del rapporto che la Grecia aveva con le altre civiltà, dalle quali venivano a conoscenza di spiegazioni mitologiche della realtà; con i primi filosofi cominciarono a discostarsi sempre più dal mito e a prediligere il logos, la ragione. Già Aristotele faceva notare che anche il mito ha, in qualche misura, una valenza filosofica perché cerca di spiegare un po’ di tutto e quindi una sorta di filosofia esisteva già nei miti.
Non c'è quindi da stupirsi se uno dei maggiori filosofi greci, Platone, darà un valore filosofico ai miti, arrivando addirittura ad inventarne alcuni di sana pianta; Giordano Bruno, nel 1500, riprenderà miti classici per attribuire loro valore filosofico altamente positivo. Ma in fin dei conti quale è la differenza tra ragione (logos) e mito (muqos)? Il mito é una spiegazione tradizionale, il logos è razionale: nella concezione della realtà in chiave mitologica c'è un rapporto diverso con gli oggetti presi in esame rispetto alla concezione filosofica, la quale esamina tutto con lo stesso distacco di un medico che studia una malattia su un paziente o un chimico che studia le molecole. Il mito invece tratta le cose come "persone": l' inciampo in una pietra viene visto, per dire, come lo scontro di due persone. E finché c'è un rapporto persona-persona non potrà mai nascere un atteggiamento scientifico, che invece presuppone il concetto di legge naturale. Particolarmente raffinato e apprezzabile è il modo in cui Platone vede la filosofia: ai suoi occhi essa è come l' amore, ossia la sapienza è un qualcosa che non si potrà mai acquistare definitivamente e proprio per questo si tratta di un' infinita ricerca che non potrà mai dirsi terminata; così come chi è in preda all'eros non possiede mai definitivamente cosa cerca, anche il filosofo non potrà mai far totalmente sua la sapienza, ma non per questo dovrà rinunciarvi! La posizione del filosofo è, per Platone, a metà strada tra la divinità e l'ignorante, una via di mezzo "privilegiata" perché sarà continuamente stimolato alla ricerca per diventare pari alla divinità e per non restare ignoranti come la gente comune. C'è poi chi dice che la filosofia sia una "materia" stupida, assurda, inutile, brutta, indecorosa e che quindi non vorrà mai dedicarvisi ... ebbene costoro non sanno che facendo questi ragionamenti stanno già "filosofando" ... Ma in fin dei conti, si deve o non si deve far filosofia ? Anche se rispondete "no" , sappiate che state già facendo filosofia perché state ragionando; sappiate inoltre che la filosofia mette tutto in discussione e che non prende niente per buono ed è quindi ancora più efficace della matematica, che invece parte da postulati, ossia da verità prese per buone ma indimostrabili. Ma in buona sostanza i filosofi chi sono? Risponde Nietzsche, il folgorante profeta del superuomo: "si possono concepire i filosofi come persone che compiono sforzi estremi per sperimentare fino a che altezza l'uomo possa elevarsi" (La volontà di potenza). Filosofo è chi non si limita a prendere le cose per come sono senza indagare, bensì è chi si pone sempre dei quesiti; pensiamo all'insistente interrogativo socratico ti estin; d'altronde Socrate stesso era del parere che una vita trascorsa senza porsi domande fosse indegna di un uomo. Ciò che ci contraddistingue dalle bestie, come noteranno bene pressoché tutti i filosofi, è la ragione, il pensare ed esprimere ciò che pensiamo: il pensare è indubbiamente uno dei massimi piaceri concessi al genere umano e perché non servirsene? Perché trascorrere l'intera vita senza esercitare la dote che ci distingue dalle bestie ? A questo punto, però, si potrà contestare che una cosa è studiare la filosofia in sé, un'altra cosa è studiare la storia della filosofia, come si fa a scuola; tuttavia Hegel, a suo tempo, faceva notare che lo studio della storia della filosofia coincide con lo studio della filosofia stessa: e non potrebbe essere diversamente. Chi studia la storia della fisica, della matematica ecc., s'introduce automaticamente nello studio di quelle scienze. Ma per poter riconoscere il progresso della filosofia come svolgimento dell'Idea, nella formazione e nell'apparenza empirica in cui la filosofia si manifesta storicamente, bisogna possedere già la conoscenza dell'Idea; alla stessa maniera come, per poter giudicare le azioni umane, occorre possedere i concetti di ciò che è giusto e conveniente.
Ricerca di Giancarlo Bertollini
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