IL VINO ° NEI RITI ° NEI SIMBOLI

L’usanza consueta, in alcune culture, (Dionisio-Bacco) di un eccessivo consumo di vino, aveva la sua spiegazione nel culto, in quanto provocava l’unione con la divinità dell’ebbrezza. Il vino doveva spezzare ogni incantesimo, smascherare le bugie o menzogne (in vino veritas) che non debbono albergare nel cuore del saggio (noi Massoni lavoriamo a questo fine). Anche i defunti potevano gustarlo, se lo si versava a terra disperdendolo (libagione). 

Come “sangue dell’uva” il vino fu spesso visto in un rapporto simbolico con il sangue e non soltanto nel Cristianesimo. Esso, infatti, poteva anche sostituire il sacrificio cruento nel culto dei morti.
Nella simbologia cristiana, il sangue di Cristo, occupa una posizione centrale (Carne e Sangue corrispondono a Pane e Vino). Nelle raffigurazioni della crocifissione si possono vedere Angeli che raccolgono il sangue dentro i calici, ricollegati simbolicamente al leggendario GRAAL (come certamente sapete, è indicato quale recipiente che Cristo adoperò in occasione della cena eucaristica ed in cui, poco dopo, venne raccolto il suo sangue). Il GRAAL così caro ai cavalieri prescelti da Ré Artù per formare la Tavola Rotonda ed all’ordine cavalleresco dei Templari, al quale siamo storicamente legati. 

Giotto (c. 1303-1305) Padova - Cappella degli Scrovegni

Durante le NOZZE DI CANA, il rilievo non è dato al festeggiato ma a Gesù, che, alla fine, attraverso l’allusiva dichiarazione del maestro di tavola, viene ringraziato per aver provveduto al vino buono fino alla fine del banchetto. 

Molte sono le teorie sulla storia e l’espansione della vite (da molti popoli considerata l’albero della vita) e della vitivinicoltura; le più accreditate ne individuano l’origine organizzata nell’Asia minore, anche  se reperti archeologici, rinvenuti in molti insediamenti preistorici, confermano che le GENTI  ITALICHE facevano uso sia di uva che di vino, ben prima che la Bibbia fosse scritta. 
Dove è doveroso segnalare la citazione nel canto XXX dell’ECCLESIASTICO:

“Date il vino a quelli che sono con l’animo amaro, acciocché bevano e dimentichino la loro miseria e non abbiano più memoria del loro dolore”.

I reperti archeologici evidenziano una forte influenza degli Etruschi a partire dall’ VIII secolo a.C. Le colonizzazioni Etrusca e Greca portarono nuove tecniche   e nuovi vitigni. lo fecero con numerose varietà, scelte in funzione di ubicazione e clima, così che Plinio il vecchio, arriverà a catalogarne svariate decine, da tavola e da vino. Da tanta ricchezza di vitigni e di esposizioni è facile arguire che i fini intenditori potevano contare su una ricca scelta. Dalla lettura di Plinio il vecchio, senza la cui enciclopedia (arrivata integra fino a noi) vivremmo in grave avarizia di informazioni, il mercato offriva pressappoco duecento vini di grande qualità. Circa quanto le nostre attuali migliori D.O.C. 

IL VINO COME SIMBOLO.

In sintesi, “un simbolo nasce là dove ad un dato reale, un numero, una parola, un segno, una pianta, un’immagine, un edificio, in breve, ad una cosa, si conferisce un senso più profondo di quanto essa non possieda nella sua mera sussistenza reale, quando a queste cose ed alle loro forme si attribuisce una maggiore dignità ed un più alto valore di quanto ad esse non spetti propriamente, quando alla cosa esteriore si dà un più profondo valore morale o spirituale, rendendola così immagine di processi spirituali non altrimenti rappresentabili. 

                Giancarlo Bertollini 

www.granloggiaditalia.it

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento costruttivo è gradito, ovviamente tutto quello che, a nostro insindacabile giudizio, verrà ritenuto non in linea col dovuto rispetto per gli altri, sarà eliminato.