Premetto unicamente che tutti noi sappiamo bene che ognuno
di questi viaggi viene abbinato, e simbolicamente effettuato, in uno dei
quattro Elementi alchemici di base, ovvero rispettivamente la Terra, l’Aria,
l’Acqua ed il Fuoco.
1. Il primo viaggio: (La
Terra)
Non si tratta di un vero e proprio viaggio, come i tre
successivi che il rituale dell’Apprendista prevede nel corso della Cerimonia
d’Iniziazione del profano.
Si svolge infatti all’interno del Gabinetto di Riflessione,
nella fredda oscurità dell’elemento Terra.
È qui che il profano avvia il processo di trasformazione su sé stesso imparando
a pensare, esercitandosi all’isolamento. Può arrivarci rientrando in sé stesso,
guardandosi dentro, senza mai lasciarsi distrarre da quanto accade fuori,
intorno a lui.
I nostri antenati hanno paragonato quest’operazione ad una discesa negli Inferi. Si tratta di
penetrare nell’anima delle cose, onde arrivare a conoscerne l’intima essenza.
Lo spirito deve imprigionarsi nelle viscere della Terra, dove non perviene alcuna luce esteriore percepibile dai
nostri sensi.
Lì, nelle tenebre assolute, il solo lume della ragione evoca
ed illumina immagini spettrali. Sono frammenti di scheletro simboleggianti la
nuda realtà, spoglia delle sembianze delle illusioni, quindi una verità
nascosta, celata laggiù, in fondo al pozzo. Un pozzo tanto profondo da
raggiungere il centro della Terra, nonché l’interiore dell’essere umano.
È a questo che allude la parola VITRIOL, che gli antichi alchimisti consideravano di segreta
interpretazione. Le lettere che la compongono ricordano la formula “Visita
Interiora Terrae rectificandoque invenies occultum lapidem”, ovvero visita le
viscere della Terra, e seguendo la retta via (attraverso le purificazioni)
scoprirai la pietra nascosta, la pietra dei Saggi. Si tratta della famosa
Pietra Filosofale, cioè di quella che i Liberi Muratori definiscono pietra
Cubica.
La pietra Cubica rappresenta il fondamento di certezza che
ognuno deve ricercare in sé stesso, per conseguire la condizione di pietra
angolare della costruzione intellettuale e morale che costituisce la Grande
Opera.
Nei misteri di Cerere ad Eleusi, il recipiendario (cioè
l’iniziando) non era altro che il seme sepolto nella Terra. Qui subiva la
putrefazione da cui sarebbe poi nata la pianta, virtualmente già contenuta nel
seme stesso.
Il profano sottoposto al primo viaggio, ovvero alla prova
della Terra, è chiamato all’impiego ed allo sfruttamento delle energie latenti
che porta in sé. L’Iniziazione si prefigge come traguardo la totale espansione
della sua individualità.
Il profano, nel Gabinetto di Riflessione, ha davanti a sé un
pane ed una brocca d’acqua. Sono queste le uniche riserve alimentari che, come
nel frutto e nell’uovo, servono da nutrimento al germe in via di sviluppo.
La morale del Saggio? Imparare ad accontentarsi
dell’indispensabile, evitando scrupolosamente di rendersi schiavo del
superfluo.
2. Il secondo viaggio. (L’Aria
- Il Primo nel Tempio).
L’avviamento dell’esercizio del pensiero avviene nel buio,
ove si può procedere solo ciecamente. Si avanza a tastoni, incespicando ad ogni
passo contro ostacoli insuperabili senza l’aiuto d’un accompagnatore accorto.
Il profano, partendo dall’Occidente (il dominio dei fatti, la realtà oggettiva,
il mondo sensibile), Si avventura tra le tenebre nella zona nordica. Egli penetra nella foresta oscura
descritta da Dante in cui è nascosto il ramoscello d’oro che consente ad Enea
l’accesso agli Inferi.
Il ramo sacro a Proserpina è la facoltà di induzione, che
convince lo spirito a generalizzare i fatti osservati. Un’operazione mentale
che può portare alle più false ipotesi. Il pensiero umano cade inevitabilmente
di errore in errore. Sono imboscate e trappole che solo l’intelligenza può far
evitare, se non addirittura eliminare. Una lotta lunga, estenuante e penosa,
che conduce il profano all’Oriente (dominio dell’astrazione, la realtà
soggettiva, il mondo intelligibile). Nozioni razionali e sintetiche sembrano
rendere conto dei fatti. Ne conseguono delle deduzioni, ovvero un ritorno meno
accidentato verso l’Occidente (i fenomeni sensibili), passando per il
Mezzogiorno.
Il viaggiatore si impone le fatiche più estenuanti per
salire faticosamente verso la cima della montagna scoscesa. Si è appena
rallegrato con sé stesso per aver raggiunto un’altezza che gli concede un ampio
piacevole panorama quando viene assalito da un violento temporale. La folgore
lo acceca, il suolo trema, e la grandine lo bersaglia con violenza, mentre un
vento furioso lo investe e lo travolge, facendolo precipitare nel luogo da cui
era partito. Si tratta della purificazione dell’Aria contemplata dalle più antiche prove iniziatiche. Il soffio
impetuoso dell’opinione generale scuote e fa crollare l’impalcatura fittizia
delle congetture e delle convinzioni personali.
Sul piano puramente morale il secondo viaggio non è che
l’emblema della vita umana. Il tumulto delle passioni, il conflitto tra
interessi diversi, le difficoltà delle imprese, gli ostacoli che fanno
moltiplicare i concorrenti smaniosi di nuocerci, sempre disposti ad
annientarci, il tutto viene simboleggiato dalla irregolarità del cammino e dai
rumori assordanti che dominavano il viaggio.
Il profano ha scalato con difficoltà un’altezza da cui
sarebbe precipitato nell’abisso se un braccio protettore non l’avesse sorretto
e trattenuto. Questo indica come,
isolati, dediti all’accumulo delle risorse individuali e preoccupati solo di
avere successo nella vita, spesso ci affanniamo per raccogliere rovine ed
illusioni.
L’egoismo è una guida fallace che conduce ai disinganni più
disastrosi.
3. Il terzo viaggio. (L’Acqua
- il Secondo nel Tempio).
Non ci si deve mai scoraggiare al cospetto di un primo
insuccesso. Ogni buon pensatore, allorché deluso nelle proprie aspettative, si
sforza di individuare le cause dei suoi errori, per poi ritornare sui propri
passi.
L’esperienza vissuta l’ha reso diffidente, più cauto, per
cui ora avanza con circospezione. Ricordando e temendo le insidie precedenti
egli esita, si arresta, poi corre, per procedere ancora molto lentamente.
Subisce una sorta di battesimo filosofico, un battesimo che lo priva di ogni
macchia.
Con l’Acqua sta
imparando una regola fondamentale dell’Arte Regia, incomincia a resistere
all’impeto delle correnti alle quali, nel corso della vita, si abbandonano le
nature comuni. Compete soltanto a lui il pensare, il riflettere, il ragionare,
senza mai lasciarsi influenzare dalle opinioni altrui.
Al rumore assordante del secondo viaggio è subentrato un
ticchettio di armi, simbolo delle lotte che l’uomo deve sostenere costantemente
per respingere le influenze corruttrici che lo assediano, e pretendono di
dominarlo. Deve lottare incessantemente per sottrarsi alla tirannia delle
inclinazioni corrotte.
Tuttavia il Saggio sa tenersi lontano dai conflitti
scatenati intorno a lui dalle passioni egoistiche. Egli attraverserà
imperturbabile il campo di battaglia in cui si scontrano gli interessi opposti,
attento soprattutto ad evitare la seduzione di ambiziosi senza scrupoli, che
sanno accarezzare i desideri e aizzare gli odi solo per trarne profitto
personale.
Ma non è sufficiente astenersi dall’errore e dal vizio. Le
virtù negative, i vizi, indizi tuttavia di una rarissima saggezza umana, da
sole non danno ancora il diritto al titolo di Iniziato.
Resta da superare l’ultima prova, la più temibile fra tutte.
Il quarto viaggio.
4. Quarto viaggio. (Il
Fuoco - il Terzo nel Tempio).
Se aspira a contemplare la Regina degli Inferi, ovvero la
verità nascosta nel suo seno, l’Iniziato deve attraversare una triplice
barriera infuocata. Si tratta della prova del Fuoco.
Il profano ora procede con passo più fermo e deciso,
attraversando indenne il mantello di fiamme da cui viene avvolto per tre volte,
raggiungendo alfine sano e salvo il suo scopo. Egli cammina senza difficoltà,
non urta né inciampa in alcun ostacolo, e non sente alcun rumore.
Il suo quarto ed ultimo viaggio è diventato agevole grazie
alla perseveranza con la quale ha saputo opporre calma e serenità alla foga
delle passioni (le fiamme). Egli ha acquisito la capacità di osservare e
giudicare serenamente. È penetrato nel
focolare centrale della conoscenza astratta, simboleggiata dal Palazzo di
Plutone, la Colonna “J” presso la quale riceverà il salario.
L’Iniziato si ferma tra le fiamme senza esserne bruciato,
ricavando piacevole conforto dal benefico calore da queste sprigionato.
L’entusiasmo illuminato è una forza da cui occorre saper trarre profitto,
poiché solamente questa trasmette l’energia necessaria richiesta dalla
realizzazione delle grandi opere.
Un ardore vivo, governato con saggezza, che conduce l’Iniziato
verso tutto ciò che è nobile e generoso. Spetta soltanto a lui mantenere acceso
nel suo cuore il fuoco dell’Amore profondo per il suoi simili, verso il
prossimo tutto, verso l’intera Natura.
Una vasta radiazione di simpatia si libererà da lui per
avvolgerlo in un’atmosfera satura di benevolenza, aureola di energie occulte,
energie che consentono di operare i più inaspettati prodigi, il lui stesso e
nel mondo in cui egli opera.
Riservato: da un lavoro pubblicato su ESONET
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